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Spagna, accordo trovato tra governo e Psoe per elezioni in Catalogna

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E' stato raggiunto un accordo tra la Catalogna e il governo Psoe. Le elezioni locali si terranno a gennaio, nel frattempo Madrid acquisirà, in via temporanea, le competenze della Generalitat tramite l'applicazione dell'articolo 155 della Costituzione Spagnola.

E’ stato raggiunto un accordo tra la Catalogna e il governo Psoe. Le elezioni locali si terranno a gennaio 2018, nel frattempo Madrid acquisirà, in via temporanea, le competenze della Generalitat tramite l’applicazione dell’articolo 155 della Costituzione Spagnola.

Secondo quanto riferito da Tve questo è quanto è stata deciso e dichiarato dalla segretaria all’Uguaglianza dei socialisti, Carmen Calvo.

La decisione

Il governo di Madrid e il Psoe hanno fissato a gennaio 2018 le elezioni regionali in Catalogna. In questo ambito, Madrid acquisirà in via temporanea le competenze della Generalitat tramite l’applicazione dell’articolo 155 della Costituzione spagnola.

A confermare questa decisione è stata l’ex ministro della Cultura del Psoe, Carmen Calvo, docente di diritto costituzionale che ora guida la delegazione socialista che sta lavorando a fianco dell’esecutivo alle misure che convaliderà, nel corso della giornata di domani, il Consiglio dei Ministri straordinaro per commissariare la Catalogna.

La decisione è stata presa, dice la Calvo, con “l’obiettivo di ripristinare tranquillità e democrazia in Catalogna attraverso le urne. La segretaria all’Uguaglianza dei socialisti specifica poi che “l’attivazione dell’articolo 155 non ha alcuna funzione punitiva nei confronti degli abitanti della Catalogna, ma rappresenta altresì l’unica via d’uscita che la Cistituzione permette.

Tra una settimana l’approvazione delle misure dell’articolo 155

Al fine di frenare il processo di indipendenza della Catalogna, la plenaria del Senato approverà tra una settimana, il 27 ottobre, le misure che il governo spagnolo discuterà nel corso della giornata di domani.

Come prevede chiaramente l’articolo 155 della Costituzione, le misure dovranno essere approvate a maggiornaza assoluta.

Le perquisizioni in ambito del referendum dello scorso 1 ottobre

A scatenare la maggior parte del dissenso, probabilmente, sono state una serie di perquisizioni da parte della Guardia Civil spagnola che è entrata nel Centro telecomunicazioni e tecnologia dell’informazione (CTTI) della Generalitat della Catalogna, più precisamente a L’Hospitalet de Llobrega.

Fonti vicine alle indagini hanno chiarito che la perquisizione è avvienuta per ordine di un tribunale di Lleida, lo stesso tribunale che aveva ordinato la precedente perquisizione nel commissariato dei Mossos d’Esquadra a Lleida al fine di ottonere registrazioni di conversazioni interne e altri documenti ritenuti importanti. Le indagini riguardano la presunta inizione dei Mossos nelle operazioni con cui impedire il referendum.

Su richiesta della Procura, infatti, la Guardia Civil spagnola, non solo ha sequestrato materiale pronto per essere utilizzato al referendum, ma ha altresì arrestato 14 persone legate al governo locale, tra cui spicca il nome di un consigliere molto vicino a Oriol Junqueras, vicepresidente della Catalogna e uno dei politici più in vista dell’indipendentarismo catalano.

La reazione del governo della Catalogna prima del referendum

La reazione del governo della Catalogna, che può contare dell’appoggio di una maggiornaza di partiti indipendentisti, è stata durissima.

Sull’account Twitter del governo della Catalogna è apparso un messaggio molto chiaro: “i cittadini sono convocati l’1 ottobre per difendere la democrazia da un regime repressivo ed intimidatorio. Pensiamo che il governo spagnolo abbia oltrepassato la linea rossa che lo separava dai regimi autoritari e repressivi.

Ora non ci resta che attendere il prossimo gennaio 2018 per vedere meglio quali saranno gli sviluppi riguardanti l’indipendanza catalana dal governo spagnolo.