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Sparatoria in un ristorante: due sicari in azione, vittima giovane 31enne

trotta

Ucciso 31enne in un ristorante a Vieste davanti a moglie e figlia: sembrerebbe essere il capo di un clan local, ucciso per vendetta

Oggi, alle 14, un ristorante di Vieste c’è stata una sparatoria. Vittima ne è stato il titolare, 31 anni, che si trovava all’interno dell’attività e sarebbe morto sul colpo, dopo essere stato colpito dai proiettili. Due erano i sicari, che sono però riusciti a fuggire. I carabinieri hanno dato inizio alle indagini.

La sparatoria all’Antica Bruschetta

Alle 14 di oggi pomeriggio, la città di Vieste, sulle coste pugliesi, è stata luogo di un tragico avvenimento. Nel ristorante “L’Antica Bruschetta“, in via Cesare Battisti, c’è stata, infatti, una sparatoria, che ha ucciso il titolare del locale, Omar Trotta, di soli 31 anni. L’uomo si trovava nel ristorante con la moglie e la figlia e stava tranquillamente gestendo la sua attività, quando due sicari sono entrati e hanno cominciato a sparare.

Trotta è morto sul colpo, colpito dai proiettili, davanti agli occhi della figlia e della moglie. Anche un ragazzo di 21 anni è stato colpito, ma per fortuna è stato solo ferito e, non appena sono arrivati i soccorsi, è stato portato in ospedale. I turisti nelle vicinanze si sono spaventati moltissimo e per le strade di Vieste si è diffuso il panico. I due killer, sfortunatamente, sono riusciti a sfuggire alle autorità.

Le indagini sull’omicidio di Trotta

I carabinieri del Reparto Operativo di Foggia si sono immediatamente recati sul luogo dell’omicidio e hanno dato inizio alle indagini. Omar Trotta era già noto alle forze dell’ordine per l’operazione “Pitbull” deol 2010, su droga e estorsioni. Sembrerebbe, infatti, che Trotta fosse a capo di un clan locale e che avesse già ricevuto minacce di morte.

“Non arriverai a vedere il battesimo di tua figlia” pare gli fosse stato detto tempo fa, secondo i commenti di chi è giunto di fronte al locale dopo la sparatoria. Si ipotizza che l’assassinio di Omar Trotta non sia altro che una risposta all’omicidio di un esponente del clan Notarangelo, avvenuto sei mesi fa.

Anche questo sarebbe, quindi, uno dei molti fatti di sangue nella capitale del Gargano, dove, a quanto pare, si sta consumando l’ennesima faida tra clan locali. A pochi giorni dalla deturpazione della stele del giudice Livatino e a qualche settimana dai danni che sono stati fatti alla statua di Falcone, sembra proprio che quella dei clan mafiosi sia una storia destinata, sfortunatamente, a continuare, tra una tragedia e l’altra.

Si attendono comunque i risultati delle indagini dei carabinieri e si spera riescano a prendere al più presto i due assassini di Trotta.