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Spasmi affettivi nei bambini: come si manifestano e cosa fare

spasmi affettivi

Gli spasmi affettivi nei bambini sono manifestazioni abbastanza frequenti nella prima infanzia. Il bambino in un momento forte disagio trattiene il fiato fino a rimanere in apnea.

Gli spasmi affettivi sono manifestazioni abbastanza comuni nei primi tre anni di vita del bambino, anche se possono continuare a presentarsi fino ai 6 anni. Si tratta di brevi perdite di coscienza nel piccolo, una sorta di apnea di pochi secondi che non lascia strascichi ma che causa molto spavento e preoccupazione nei genitori. Il bambino piange, o cerca di piangere, trattenendo il fiato così a lungo da diventare cianotico in viso e, il più delle volte, perdere coscienza. Sono causati in genere da una situazione di disagio, rabbia o dolore. Possono comparire tra i 6-9 mesi di vita e in genere non si protraggono oltre i 4-5 anni, scomparendo progressivamente in maniera del tutto spontanea.

Come si manifestano gli spasmi affettivi

La perdita temporanea di respiro in genere precede o anticipa una fase di pianto intenso. Nel bimbo piccolo, si tratta di reazioni inconsapevoli che non è capace di gestire, ma crescendo diventa sempre più consapevole del fatto che quel tipo di comportamento può essergli utile per ottenere l’attenzione dell’adulto. Durante le crisi, il viso diventa estremamente pallido o cianotico, le labbra divengono bluastre, si percepisce un irrigidimento dei muscoli e talvolta si notano delle contrazioni muscolari involontarie. In alcuni casi, si registrano svenimenti di pochi secondi, o addirittura vere e proprie crisi convulsive. Nel giro di pochi secondi poi tutto torna alla normalità, il bambino inspira profondamente e poi riprende a respirare normalmente. In genere poi appare un po’ più debole e stanco, e, se il bimbo è piccolo, può avere la necessità di dormire.

Cosa li provoca

Gli spasmi affettivi non accadono all’improvviso e senza motivazione, ma sono sempre in conseguenza ad un evento che causa tensione nel bambino. Che sia una caduta o una botta , una sgridata della mamma, una lite con il fratellino, un capriccio per motivi futili o uno spavento improvviso, la causa è sempre facilmente identificabile dall’adulto che sta assistendo alla scena.

Proprio il fatto che la causa scatenate risulta evidente deve servire a tranquillizzare i genitori sul fatto che si tratti effettivamente soltanto di spasmi affettivi. La paura che più spesso affligge i genitori di bambini affetti da spasmi affettivi è infatti quella che tali manifestazioni siano sintomi di patologie come epilessia o disturbi cardiaci. Invece, è proprio il fatto che gli spasmi sono scatenati da eventi ben precisi a distinguerli da altri tipi di eventi che si possono invece verificare in qualunque momento della giornata, come durante la notte o mentre si gioca tranquillamente o si guarda la tv in tutta serenità. Gli spasmi affettivi non sono pericolosi né dannosi.

Tuttavia, dopo il primo caso, è consigliabile consultare il pediatra che visiterà il bambino e deciderà con i genitori se svolgere degli esami medici oppure no.

Come comportarsi

Seppur queste manifestazioni sono spaventose per le persone che vi assistono, occorre che i genitori sappiano mantenere la calma, fare finta di nulla per quanto possibile e non mostrare preoccupazione o dispiacere o interesse, in modo che il bambino capisca che il suo piccolo “show” non ha suscitato nei genitori l’effetto desiderato.Se il bambino è molto piccolo, invece, nei casi in un cui si presume una reazione automatica più che un tentativo di attirare l’attenzione dell’adulto, può essere utile provare a bloccare la crisi cercando di interrompere l’apnea. Soffiare forte sul viso del piccolo, oppure spruzzare un po’ d’acqua sul viso possono servire a “distrarre” il bimbo suscitandogli nuove reazioni.

Non bisogna assolutamente scuotere il bambino durante la crisi, né schiaffeggiarlo né urlare. Non si deve dargli da bere né infilare qualcosa in bocca. È preferibile sdraiarlo per evitare che in fase di apnea cada o sbatta contro qualcosa.Una volta terminata la crisi, i genitori devono mostrarsi sereni e decisi con il bambino, riprendere le normali attività come se nulla fosse accaduto e non enfatizzare l’accaduto davanti al piccolo per non dare importanza al suo piccolo “spettacolo”.

Se la crisi è insorta durante il capriccio causato da un divieto imposto dal genitore, occorre che al termine della crisi l’adulto rimanga comunque fermo sulla sua decisione, per non dare al piccolo la sensazione di avere in mano un’arma di ricatto per ottenere ciò che vuole.

I medici consigliano in genere l’assunzione di ferro ai bambini soggetti a spasmi affettivi. Pur non esistendo al momento un’evidenza scientifica, pare infatti che in un consistente numero di soggetti l’assunzione di ferro, pur in bambini non affetti da anemia, apporti dei benefici ed aiuti a ridurre l’incidenza delle crisi.

Comprendere i bambini

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