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L'elenco completo degli sport a cavallo

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L'elenco completo degli sport a cavallo: dalle prove individuali alle discipline di squadra.

Lo sport a cavallo è un mondo vario e complesso. Le discipline equestri che presuppongono l’utilizzo di un cavallo, infatti, rappresentano un universo multiforme, composto da un numero imprecisato di specialità, alcune delle quali riconosciute solo a livello locale o nazionale, altre ormai non più praticate.

Sport a cavallo: l’elenco completo

Non sempre c’è chiarezza a livello informativo, anche perché lo spazio accordato dai mass media generalisti a tali pratiche è estremamente ridotto, e i riflettori più luminosi si accendono solo in occasione di grandi eventi di lunga tradizione, oppure delle Olimpiadi che ospitano diverse specialità di sport equestri. I veri appassionati di sport equestri sanno a quali canali rivolgersi per rimanere aggiornati (riviste e siti specializzati non mancano), ma l’utente occasionale fa ancora confusione fra equitazione e ippica e non sa definire cosa sia un dressage.

L’equitazione

Equitazione e ippica sono i due rami dei principali sport a cavallo tradizionali di matrice europea. A livello etimologico, l’equitazione indica tutti gli sport a cavallo, senza alcuna distinzione. Con il tempo, però, il termine è stato progressivamente associato soprattutto alle esibizioni su terreni di varia natura, non necessariamente legate alla velocità; mentre le gare di velocità su pista appartengono alla branca dell’ippica e si svolgono negli ippodromi. Le discipline classiche dell’equitazione sportiva sono cinque.

Salto a ostacoli

Una delle discipline a cavallo più conosciute è il salto a ostacoli: divisa per categorie in base alla stazza dei cavalli e alla loro età, questa gara consiste, com’è noto, nel superamento di ostacoli, che possono essere fatti da strutture in legno oppure da siepi, e il cui numero varia a seconda della categoria.

Scopo delle gare di salto a ostacoli è quello di coprire tutto il percorso nel minor tempo, senza abbattere alcun ostacolo o comunque abbattendone meno degli avversari: ogni ostacolo abbattuto costa una penalità. Inoltre, in molte gare sono presenti dei giudici preposti a valutare una serie di parametri, compreso il saluto dell’animale e del cavaliere rivolto alla giuria.

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Dressage

Disciplina forse meno conosciuta è il dressage, in cui il cavallo è chiamato a eseguire una serie di figure predefinite. La classificazione, qui, è demandata interamente ai giudici, i quali però sono obbligati ad affiancare il loro voto (da zero a dieci) da una motivazione tecnica molto specifica: dunque, tutto è molto trasparente, e per questo spesso sorgono discussioni tra cavalieri e giudici.

A complicare le cose, il fatto che ogni voto può avere un coefficiente diverso a seconda del tipo di gara. Concorrono alla determinazione del punteggio finale altri parametri che non hanno a che fare con l’esecuzione delle figure, come la postura o il livello di sottomissione dell’animale. Esiste anche una filiazione del dressage denominata KUR: è sostanzialmente il freestyle del dressage, con figure create dal cavaliere e musiche – spesso pagate a peso d’oro – composte appositamente.

Cross country

La terza disciplina di equitazione è il cross country, vale a dire la maximaratona dell’equitazione: una gara di cross country può protrarsi infatti anche per più giorni. Si tratta in sostanza di una gara “secca”, in cui chi arriva primo vince. Il percorso è di natura campestre, con ostacoli che abitualmente si possono trovare in natura, come siepi, tronchi o fossati.

Concorso completo ed endurance

Quarta disciplina è il concorso completo, che non è altro che la combinazione delle tre discipline di salto a ostacoli, dressage e cross country. Infine la quinta e ultima disciplina dell’equitazione, considerata da molti anche la più affascinante, è l’endurance. Si tratta di gare di resistenza, individuali o a squadre. Anche queste gare, come le gare di cross country, si svolgono su scenari naturali e su terreni accidentati, senza però ostacoli lungo il percorso.

Le categorie dell’ippica

L’ippica si svolge su pista all’interno di strutture appositamente costruite: gli ippodromi. Normalmente sono strutture all’aperto, ma alcuni di questi possono essere anche indoor, soprattutto nei paesi nordici. È la branca più popolare dell’equitazione, quella che necessita di minori conoscenze tecniche per essere apprezzata e che si basa su regole elementari. È anche uno degli sport che, ancora oggi e malgrado la grande emorragia di pubblico degli ultimi decenni, riscuote più successo presso gli scommettitori.


In Italia, l’epoca della gloriosa schedina Totip è ormai tramontata, così come molti ippodromi (si pensi a quello romano di Tor di Valle) hanno dovuto chiudere i battenti o riconfigurarsi in tutt’altre funzioni. Tuttavia sono ancora moltissimi gli appassionati di tale disciplina, che migrano da una parte all’altra d’Italia in concomitanza con il calendario delle gare principali. Un microcosmo tanto pittoresco quanto irriducibile nella sua passione, come ha mirabilmente mostrato il film cult del 1976 Febbre da cavallo di Steno.

Trotto e galoppo

Due sono le discipline praticate nell’ippica: il trotto e il galoppo. Il trotto prende il nome dalla caratteristica andatura del cavallo che postula la sincronia “diagonale” delle zampe (in appoggio a terra la destra anteriore va con la sinistra posteriore e viceversa). Il cavallo non è montato, ma traina un sulky, una sorta di microcalesse a due ruote, su cui siede il driver. L’Italia è il paese con la tradizione più forte e vincente nel campo del trotto, oltre che una delle poche nazioni al mondo in cui tale disciplina è generalmente preferita al galoppo. Per quanto poco diffuse, esistono anche gare di trotto montato, quindi senza sulky.

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Il galoppo, invece, prevede corse in cui l’animale assume l’andatura più sostenuta del repertorio, che consistente in un movimento tripartito, con le due zampe posteriori che non simultaneamente danno la spinta e le anteriori che, sempre non simultaneamente, replicano il movimento. È la gara di velocità pura, e in quasi tutto il mondo è la corsa ippica più diffusa. Esistono diverse categorie di corse, a seconda della tipologia e dell’età dei cavalli, e anche una, la Maiden, riservata ai cavalli che non anno ancora mai vinto una gara.

Altri sport a cavallo

In aggiunta alle gare ortodosse, ci sono gli sport a cavallo a diffusione locale, che spesso si confondono con il folklore e l’arte circense. Ad esempio, il celebre Palio di Siena non è mai stato considerato uno sport, e anzi viene spesso criticato dai puristi dell’ippica e dell’equitazione come disciplina particolarmente crudele nei confronti degli animali, che pertanto getterebbe un’orbita sinistra sull’intero mondo dell’equitazione. Allo stesso modo, la pariglia sarda, per quanto spesso si configuri sotto forma di concorso o gara, ha più a che fare con la parata equestre acrobatica. Il mondo dell’ippica americano, poi, rappresenta quasi un universo parallelo.

Sport a cavallo negli Stati Uniti

Negli Stati Uniti, infatti, persino le gare di ambio (andatura in cui, a differenza del trotto, il cavallo muove sincronicamente le zampe di uno stesso lato) o di tolt (conosciuto anche come gait, è un’esasperazione dell’ambio, e ha come particolarità il fatto che il cavallo ha sempre uno zoccolo a terra) hanno un loro pubblico.

Negli stati del sud come il Texas, poi, spopola ancora il rodeo, che unisce una serie di discipline della tradizione dell’allevamento dei bovini e che può essere eseguito anche utilizzando animali diversi dal cavallo. La presa al lazo e le gare di resistenza su animali selvaggi sono le competizioni più popolari, mentre il reining – ovvero indurre il cavallo a fare determinare figure utilizzando le redini – ha ormai assunto la statura di disciplina sportiva a sé stante, la cui popolarità è peraltro in crescita vertiginosa in tutto il mondo.

Oltre al rodeo per cowboy, esistono altre declinazioni della medesima disciplina, per vaqueros messicani, gauchos argentini oppure huasos cileni. Infine, sempre negli Stati Uniti, esiste una versione caratteristicamente femminile del rodeo: è il barrel racing, così chiamato perché i circuiti dove si svolgono le gare utilizzano da sempre dei barili come boe attorno alle quali effettuare le curve.

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Sport a cavallo a squadre

Rimangono poi gli sport a cavallo a squadre e quelli di nicchia. Il polo è lo sport a cavallo a squadre tradizionalmente più praticato: in questo sport di origine turcomanna, ma codificato dall’esercito inglese, due squadre di quattro giocatori a cavallo si fronteggiano, con lo scopo di colpire la palla con una apposita mazza fino a farla terminare oltre un segmento della linea di fondocampo delimitato da due paletti.

Altro sport a squadre è l’horse-ball, sorta di pallacanestro a cavallo, considerato un ottimo strumento pedagogico per i principianti dell’equitazione, soprattutto in giovane età.

Il cavallo è impiegato anche nel team penning, ma anche qui come strumento: in questo sport americano, anch’esso derivato dal lavoro del cowboy, i protagonisti sono dei vitellini riuniti in mandria e recanti un numero dipinto sul corpo. Lo scopo è quello di separare tre vitellini con lo stesso numero dal resto della mandria. Il team penning deriva a sua volta dal cutting, più veloce e sbrigativo e forse per questo più spettacolare e amato negli Stati Uniti: in questo caso, il vitello da isolare è uno solo, ma la mandria di bovini comprende anche esemplari adulti.

Sempre derivata dal lavoro nei campi con i cavalli, è la monta da lavoro, multidisciplina sportiva considerata la versione “rustica” del dressage (che invece ha origine militare) e che può essere praticata sia individualmente sia a squadre.

Infine, tornando definitivamente agli sport individuali, poco praticato per motivi meramente pratici, altamente suggestivo è lo Skijöring, corsa in cui un cavallo – o un cane, o persino un veicolo a motore – traina uno sciatore, ovviamente sulla neve.