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Storia dei terremoti in Abruzzo

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In principio fu il 1315: la storia dei terremoti aquilani inizia infatti ben 694 anni prima del 6 aprile 2009. Più precisamente il 13 dicembre 1315. La prima scossa, si legge nelle cronache dell’epoca, si era manifestata il 1 febbraio di quell'anno, ma i danni più importanti si verificarono prop...

In principio fu il 1315: la storia dei terremoti aquilani inizia infatti ben 694 anni prima del 6 aprile 2009. Più precisamente il 13 dicembre 1315. La prima scossa, si legge nelle cronache dell’epoca, si era manifestata il 1 febbraio di quell’anno, ma i danni più importanti si verificarono proprio in occasione del sisma del 13 dicembre. Tra i problemi segnalati allora vi fu il consistente danneggiamento della chiesa di San Francesco. Nemmeno il tempo di ricostruire le strutture crollate e di riparare quelle danneggiate che, il 9 settembre 1349, sull’Aquila si abbatte il primo terremoto distruttivo. Si stima che il sisma abbia avuto una magnitudo 6,5 della Scala Richter e che abbia prodotto danni valutabili intorno al decimo grado della Scala Mercalli.
I decenni successivi non furono tranquilli: il 3 aprile 1398 una scossa, breve ma intensa, causò qualche danno. Lo stesso accadde il 10 novembre 1423 e il 5 dicembre 1456, quando un violento terremoto venne registrato in tutto il territorio del Regno di Napoli. La scossa, verificatasi intorno alle 22, distrusse quasi integralmente Carsoli e Castel di Sangro. L’Aquila fu colpita in modo tutto sommato marginale, se si esclude qualche lieve danno alla Basilica di San Bernardino.
Di tutt’altro genere, invece, il sisma che si registrò il 26 novembre 1461. In questo caso la magnitudo stimata si aggirò sui 6,4 gradi della Scala Richter e l’intensità pari intorno al decimo grado della Scala Mercalli. Successivamente alla scossa principale, seguì una sequenza di eventi sismici che si protrasse per circa due mesi, con alcune forti scosse il 4 e il 17 dicembre e il 3 e 4 gennaio 1462. Le fonti storiche riportano della pressoché totale distruzione di Onna, Poggio Picenze, Castelnuovo e Sant’Eusanio Forconese.
Dopo oltre un secolo di relativa calma, la terra all’Aquila tornò a tremare nell’aprile del 1646 (con un’intensità stimata intorno al settimo grado della Scala Mercalli) e quello del giugno 1672. Tutte scosse che sembravano il preludio al “grande terremoto” del 1703. La prima scossa della sequenza sismica si verificò il 14 ottobre 1702, seguita da un’altra il 14 gennaio 1703, che causò gravi lesioni nelle case. L’apice della sequenza sismica fu però raggiunto alle 11.05 del 2 febbraio 1703 e si stima che abbia avuto una magnitudo 6,7 della Scala Richter, causando devastazioni stimate intorno al decimo grado della Scala Mercalli. In totale l’Aquila contò circa 2.500 morti (circa un terzo della popolazione), ma il terremoto fece vittime anche nelle città vicine per un bilancio totale di oltre 6.000 decessi.