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Strage di falchi a Reggio Calabria

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Strage di falchi a Reggio Calabria. Almeno cento gli esemplari di falco pecchiaiolo, una specie protetta dagli inizi degli anni Settanta, abbattuti ieri in riva allo Stretto secondo quanto denuncia la Lipu, la lega italiana protezione uccelli, impegnata con i propri volontari in un campo antibraccon...

falco2nh0Strage di falchi a Reggio Calabria. Almeno cento gli esemplari di falco pecchiaiolo, una specie protetta dagli inizi degli anni Settanta, abbattuti ieri in riva allo Stretto secondo quanto denuncia la Lipu, la lega italiana protezione uccelli, impegnata con i propri volontari in un campo antibracconaggio in supporto all’azione di controllo straordinario del territorio realizzata dal Noa (il Nucleo operativo antibracconaggio) del Corpo Forestale dello Stato.

“Approfittando del massiccio passaggio migratorio di almeno cinquemila falchi, registrato in un solo giorno, i fucili dei bracconieri hanno aperto il fuoco come se fosse una normale giornata di caccia: settanta gli spari uditi dai volontari solo in una piccola zona compresa tra gli abitati di Embrisi e Santa Venera”, lamenta l’organizzazione in una nota. “Dopo aver individuato quattro persone intente a sparare, la Lipu ha accompagnato sul posto una pattuglia del Noa, che ha poi individuato e denunciato due bracconieri recuperando anche alcuni falchi pecchiaioli appena uccisi”.
“Per oltre dieci anni ho combatto questa battaglia e le posso assicurare che il vecchio credo popolare secondo cui abbattere un adorno, come vengono chiamati i falchi in dialetto calabrese, mette al riparo dalle infedeltà coniugali è molto più che una nota di folclore, ha un aspetto essenziale”, racconta Alessandro Bettosi, ex comandante del Nucleo operativo antibracconaggio della Forestale. “Inevitabilmente – aggiunge – certe tradizioni si vanno affievolendo, ma qualche anno fa abbiamo arrestato un insegnante di liceo che era tornato apposta dal Piemonte per adempiere al rito”.

La Lipu chiede che l’azione del Corpo Forestale venga “rafforzata, essendo il bracconaggio ai falchi un fenomeno ancora persistente in vaste zone del territorio reggino”.