> > Stupro alla Fiumara, ribaltata la sentenza. Imputati assolti

Stupro alla Fiumara, ribaltata la sentenza. Imputati assolti

stupro

Lo strupro della Fiumara del 2015. La vittima racconta della violenza subita inaudita. Ci sono testimoni che confermano i fatti ma gli imputati sono assolti.

Due uomini Nicholae Danciu e Gheorge Stoian, 34 anni e 40 anni di origine romena, erano stati condannati a quattro anni e due mesi di carcere per violenza sessuale. L’accusa era di aver stuprato una donna il giorno 6 settembre del 2015, entro le mura dei giardinetti dinanzi alla Fiumara.

Stupro, le dinamiche

Una aggressione brutale secondo quanto riportato dalla vittima. Vittima di una violenza inaudita perpetuata in pieno giorno, che ha spiegato come è avvenuto lo stupro: “Ero venuta a Genova per trovare mia sorella presso i campi abusivi non sapendo esattamente dove fosse. Ho incontrato questi uomini per strada, mentre chiedevo l’elemosina. Ci siamo messi a parlare e uno dei due mi ha detto di conoscere mia sorella. Mi hanno offerto del vino e ci siamo messi a bere con la promessa di essere accompagnata da lei. Ad un certo punto – prosegue la donna -, mi hanno preso con la forza trascinandomi fin dietro a un cespuglio. Hanno incominciato a prendermi a pugni in faccia. Uno dei due ha iniziato a violentarmi tappandomi la bocca con un fazzoletto. Poi ho perso i sensi. Al risveglio ho visto i volti dei carabinieri”.

E’ il racconto sofferto di una giovane donna di 40 anni già provata dalla vita, senza lavoro, senza fissa dimora e con la speranza nel cuore di rivedere la sorella chissà dove, chissà quando.

Quel giorno terribile, lo ha sviscerato in ogni particolare davanti alla polizia presente al pronto soccorso di Villa Scassi ove la donna è stata trasportata al momento del soccorso.

C’è un testimone che si trovava a passare casualmente proprio nel momento in cui la donna veniva violentata. In uno sportivo che faceva jogging, che ha subito segnalato l’accadimento ai due vigilanti del centro commerciale.

L’uomo ha detto: “Alle 19 e trenta la donna era già totalmente priva di sensi, mentre i due continuavano a stuprarla senza sosta, li abbiamo sorpresi e sono scappati”

Stupro, versioni contrastanti

La donna, nel mentre delle indagini e nel pieno di una convocazione del pubblico ministero e titolare Giuseppe Longo, è lontana. Altrove. Al ritorno si giustificherà per la sua assenza dicendo che aveva il terrore di scatenare una guerra tra etnie rom e romeni. Tuttavia, al secondo appuntamento per un interrogatorio a regime di incidente probatorio, conferma le accuse. Dunque, basta questa ulteriore testimonianza per ottenere una condanna dei due stupratori.

La difesa degli imputati, nel ricorso in appello, porta con sé una serie di incongruenze da parte del racconto della vittima – molto probabilmente impaurita per le possibili grevi conseguenze, come già da lei riferito -, sostenendo una possibile consensualità del rapporto sessuale con i due; oltre ad aggiungere il fatto che non fosse stato offerto alcun referto medico che attestasse la violenza subita oltre ad alcuni particolari omessi o cambiati spesso nella versione dei fatti. Comunque sia ad oggi, nell’iter del secondo grado, su queste basi gli addebiti sono caduti. E gli imputati assolti.