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Stupro in ambulatorio durante turno di notte: la violenza è durata ore

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Un nuovo stupro. L’atto ignobile questa volta si consuma a Catania. La vittima della violenza è una dottoressa della guardia medica.

Un nuovo stupro. L’atto ignobile questa volta si consuma a Catania. La vittima dello stupro è la dottoressa di turno della guardia medica di via Agostino De Pretis a Trecastagni (in provincia di Catania). La professionista ha subito violenze fisiche e psicologiche per più di tre ore fino a che non è riuscita a divincolarsi dal suo aggressore e fuggire alle ore 2.30 di ieri. Lo stupratore è il giovane Alfio Cardillo, di 26 anni, risiedente a Santa Venerina. Il ragazzo ha già avuto precedenti penali e un passato nel quale gli sono stati imposti i servizi sociali e il TSO, cioè il trattamento sanitario obbligatorio.

L’aggressione

Il giovane ha raggiunto la guardia medica di via Agostino De Pretis con l’apparente necessità di farsi medicare. Poco dopo le sue intenzioni si rivelano ben altre. Il ragazzo comincia con avances verbali che si riveleranno fatali. La situazione comincia a degenerare quando Cardillo rompe il telefono fisso e disattiva il pulsante per le emergenze. Ad un certo punto esplode la sua rabbia. Inizialmente si riversa su tutti gli oggetti presenti nella stanza mettendola completamente sotto sopra, ma l’obbiettivo finale era proprio la dottoressa. Così l’aggredisce ed inizia a violentarla più volte fino a che la vittima, ad un certo punto, riesce a divincolarsi. Fugge dalla presa del suo carnefice e riesce a gridare aiuto con tutto il fiato che ha in gola. Il residente del quartiere a quel punto, affacciatosi alla finestra, vede la dottoressa scappare dal suo aggressore che la stava inseguendo ancora nudo. Chiama i carabinieri i quali giungono subito sul luogo dell’aggressione e arrestano il violentatore ancora seminudo.

Maggiore sicurezza

Per Alfio Cardillo non c’è più scampo. Viene immediatamente condotto nel carcere di piazza Lanza a Catania, mentre la povera vittima dello stupro invece viene soccorsa e portata subito al sicuro. La procura apre un’inchiesta e l’Azienda sanitaria provinciale nel frattempo ha già dato a mandato al legale per la costituzione di parte civile a tutela dell’azienda e soprattutto dei suoi lavoratori. Il sindacato dei medici Cimo per fortuna si ribella e denuncia le condizioni di sicurezza delle guardie mediche che sono estremamente precarie. Fino ad ora non è stato ascoltato. Si spera che dopo l’ennesimo evento di aggressione le cose comincino a cambiare seriamente.

Le precedenti aggressioni

E’ ben risaputo che questo non è l’unico evento di aggressione ai danni delle guardie mediche. I soprusi nei loro confronti e di coloro che lavorano al pronto soccorso sono anche troppo frequenti. Ricordiamo infatti il pestaggio avvenuto a Capodanno ai danni di un medico dell’ospedale Vittorio Emanuele di Catania. Anche nel Marzo 2010 una dottoressa fu stuprata e rapinata dal tunisino Anis Khalifa nella guardia medica di Ragusa. Attendiamo dunque con ansia un cambiamento definitivo circa le modalità di sicurezza dei lavoratori. E’ importante che siano maggiori, chiunque ha bisogno di protezione sul posto di lavoro, soprattutto chi è incaricato di fare del bene e di aiutare le persone.