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Stupro di Firenze, carabiniere accusa il collega

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Nel tentativo di salvarsi dalle accuse dello stupro di Firenze nei confronti delle due studentesse americane, i due carabinieri ora si dividono.

Nel tentativo di salvarsi in qualche modo dalle accuse dello stupro di Firenze nei confronti delle due studentesse americane, i due carabinieri ora si dividono. Tanto che uno dei due ha accusato il collega.

Stupro di Firenze, i due carabinieri si dividono

I due carabinieri accusati di violenza sessuale nei confronti di due studentesse americane ora si dividono, nel tentativo di trovare in qualche modo una via per la salvezza.

In particolar modo, Pietro Costa, il più giovane dei due, nel corso dell’interrogatorio svolto dalla pm di Firenze Ornella Galeotti, ha raccontato la sua verità. Soffermandosi soprattutto sul ruolo e sulle dinamiche tra superiore e sottoposto. Tirando in ballo il capo pattuglia Marco Camuffo, cinquanta anni, da venti nell’Arma dei Carabinieri.

“Era il mio capo, mi ha coinvolto lui, come facevo a dirgli di no?”, ha dichiarato Costa, che in questo modo si è giocato la carta del timore reverenziale, spiegando al magistrato che non sapeva come tirarsi indietro per quel motivo.

Il carabiniere ha ammesso di aver commesso un errore, ma insiste sul fatto che il rapporto con la giovane studentessa che lo ha accusato fosse consenziente: “Ci hanno invitato loro a salire”, ha raccontato. E poi ha aggiunto un particolare interessante: “Quello che dico è confermato anche dal fatto che la ragazza mi ha dato il suo numero di telefono. Vi pare possibile che me lo avrebbe dato se la avessi appena violentata?”.

Per saperne di più su questo dettaglio sarà comunque necessario aspettare i tabulati telefonici, anche se comunque probabilmente basterebbe controllare i cellulari dei due carabinieri per avere una conferma. Ma i telefonini in questione non sono stati sequestrati. E nemmeno le divise che i due indossavo durante quella sera.

Tutta la vicenda verrà valutata soprattutto sulla lucidità e sulle condizioni in cui erano le due ragazze aggredite. Fino a che punto fossero stordite o ubriache.

Arrivati i primi risultati scientifici

Nel frattempo, nel corso della giornata di ieri sono arrivati anche i primi risultati scientifici. Ed è stato accertato che le due ragazze quattro ore dopo l’aggressione avessero ancora una ingente quantità di alcool nell’organismo, sopra alla norma.

Si tratta di un primo importante riscontro, ma che tuttavia non è ancora del tutto sufficiente per stabilire, secondo quanto riferito dal procuratore capo Giuseppe Creazzo, con certezza se le ragazze fossero ubriache e in che misura non fossero lucide nel momento in cui hanno incontrato i due carabinieri.

Per questo motivo la Procura ha incaricato un consulente, che dovrà stabilire tramite i risultati dell’alcool test il livello di ubriachezza delle due ragazze nel momento della violenza.