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Stupro di Rimini: guai seri per il mediatore culturale

Frase incriminata

Dopo la sospensione e il licenziamento dalla cooperativa per cui lavorava, scatta la denuncia per Abid Jee, l’ex mediatore culturale che su Facebook aveva giustificato lo stupro di Rimini.

Il fatto e la denuncia

La stessa cosa successa a Rimini

Hanno suscitato ovvio sdegno le parole dell’ormai ex mediatore culturale Abid Jee, 24 anni, di origine pakistana, che fino a pochi giorni fa lavorava nella cooperativa sociale Lai-momo di Sasso Marconi (Bologna), finchè non ha giustificato con un agghiacciante post su Facebook la violenza sessuale di gruppo avvenuta poche ore prima, nella notte tra il 25 e il 26 agosto, su una spiaggia di Rimini, ai danni di una turista polacca, e poi di una trans brasiliana sulla Statale dallo stesso branco.

Polizia al lavoro

Il giovane aveva scritto esattamente questo:Lo stupro è peggio ma solo all’inizio, poi una volta che si entra il pis**lo la donna diventa calma ed è un rapporto normale”.

La cooperativa l’aveva quindi sospeso dal servizio con questo comunicato: “Nel rispetto delle disposizioni vigenti e del contratto nazionale delle Cooperative sociali, infatti, abbiamo avviato una procedura disciplinare e contestualmente abbiamo sospeso il dipendente in via cautelativa da ogni attività lavorativa”. Poi, qualche giorno più tardi, lo ha licenziato, come chiedeva a gran voce anche il popolo del web. Ora per Abid Jee si profilano conseguenze anche legali per il suo inqualificabile post sul social newtwork. Infatti per lui è arrivata la denuncia da parte di una donna di Reggio Emilia, supportata da un’associazione che si occupa di donne che hanno subito abusi sessuali. La procura di Bologna lo ha iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di istigazione a delinquere, dato che “sembrava” che l’autore fosse favorevole allo stupro. Non resta che sapere se e quano l’ex mediatore della cooperativa Lai – momo sarà processato e andrà punito a dovere.

Gli sfottò sarcastici sul web

Sacrasmo contro il giovane che ha giustificato lo stupro

Come abbiamo detto, neanche il web ha potuto non indignarsi, di fronte all’affermazione del giovane. Numerosi sono stati gli sfottò sarcastici da parte degli utenti dei social, anche con alcuni link. Ad esempio una ditta di pompe funebri, la Taffo Funeral Services di Roma, ne ha postato uno su Facebook con una bara aperta e la frase: “Vieni Abid. E’ peggio all’inizio. Ma una volta che entri, ti calmi”, associando tra l’altro il ragazzo denunciato al membro genitale maschile o parlandone come uno stupratore vero e proprio – la pubblicità, tuttavia, non è piaciuta a tutti coloro che seguono la pagina dell’agenzia: alcuni hanno infatti sostenuto che “Non si augura la morte” a nessuno”, mentre la Taffo ha replicato di aver parlato soltanto di invito alla riflessione da parte di Jee, per quello che ha scritto -. Tra ciò che stato postato su Facebook, c’è anche un link con il pornodivo Rocco Siffredi che si rivolgeva proprio al 24enne, usando sempre la sua disgustosa frase.

Il porno divo