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Stupro di Rimini, la ragazza polacca: "Voglio giustizia"

Rimini

Sono arrivate le prime parole da parte della turista polacca, violentemente stuprata nella notte tra venerdì e sabato su una spiaggia di Rimini

Sono arrivate le prime parole da parte della turista polacca, violentemente stuprata nella notte tra venerdì e sabato su una spiaggia di Rimini. “Voglio solo voltare pagina, tornare alla normalità, al mio lavoro, alla mia vita quotidiana”, ha dichiarato la ragazza.

Parla la vittima dello stupro di Rimini: “Voglio tornare alla normalità”

La turista polacca vittima dello stupro avvenuto al Bagno 130 di Rimini nella notte tra venerdì e sabato è tornata a parlare. E ha spiegato in che modo sta vivendo questi giorni a dir poco complicati: “Voglio solo voltare pagina, tornare alla normalità, al mio lavoro, alla mia vita quotidiana”.

Queste sono le parole della ragazza stuprata da quattro maghrebini, la quale ha anche spiegato di non volere vendetta, ma che si augura comunque che la polizia arresti i responsabili della violenza. La turista ha inoltre affermato di sperare che “quelle belve paghino per quello che hanno fatto”. Una volta terminata e dimenticata questa brutta vicenda, la ragazza in futuro un giorno vorrebbe tornare a Rimini.

Secondo quanto riferito da Repubblica, la ragazza, ricoverata assieme al compagno all’Ospedale “Infermi” di Rimini, si è aperta con i medici, gli infermieri e con tutti coloro che sono passati a visitarla. E inoltre ha spiegato che le parole del Viceministro polacco Patryk Jaki, che chiedeva “pena di morte e tortura per le bestie di Rimini” sono solamente “le solite strumentalizzazioni politiche”. Lei invece non è d’accordo, in quanto vorrebbe solamente giustizia.

I due ragazzi, vittime dello stupro da parte di un gruppo di maghrebini su una spiaggia di Rimini, hanno anche confessato che un giorno vorrebbero tornare nella località romagnola: “Ci piacerebbe passarci un weekend, magari non subito ma tra qualche mese. Stavamo passando una vacanza meravigliosa, poi…”.

Continuano le indagini della polizia

Nel frattempo proseguono le indagini da parte della polizia, che è riuscita a restringere il campo dei sospettati. Gli investigatori, infatti, avrebbero in mano le foto e l’identità di una quindicina di potenziali sospetta, la maggior parte dei quali sono algerini e tunisini.

Per cercare di restringere ulteriormente il cerchio e stabilire con certezza chi tra loro sono stati i responsabili della violenza saranno utili e fondamentali i risultati delle analisi del Dna a cui saranno sottoposti.

Gli inquirenti italiani inoltre saranno anche affiancati dai colleghi polacchi. Infatti, la Polonia, paese d’origine della coppia che ha subito l’aggressione, ha deciso di mandare in Italia un giudice istruttore ed alcuni investigatori, trasformando in questo modo il caso dello stupro a Rimini in un vero e proprio caso internazionale.