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Stupro studentesse americane: un carabiniere confessa, 'è stato consenziente'

carabinieri firenze

Ha parlato, confermando di aver avuto un rapporto sessuale con una delle due ragazze americane che hanno accusato altrettanti Carabinieri di stupro. Ha del clamoroso la confessione dell'uomo, 45enne sposato e con figli che, chiamato in questura, davanti al magistrato, ha confermato di aver fatto ses...

Ha parlato, confermando di aver avuto un rapporto sessuale con una delle due ragazze americane che hanno accusato altrettanti Carabinieri di stupro. Ha del clamoroso la confessione dell’uomo, 45enne sposato e con figli che, chiamato in questura, davanti al magistrato, ha confermato di aver fatto sesso con una ragazza ma si è difeso sostenendo che si sia trattato di un rapporto consenziente. “È vero – ha confermato – ho avuto un rapporto con la ragazza americana, ma è stato un rapporto consenziente. Me lo ha chiesto lei di salire a casa”. L’episodio al quale fa riferimento il Carabiniere sarebbe avvenuto tra il 6 ed il 7 settembre a Firenze e le forze dell’ordine avevano, a tal riguardo, già diverse prove in mano a conferma del fatto che le studentesse abbiano detto il vero sui rapporti sessuali, su tutte le numerose tracce biologiche trovate sui loro indumenti e reperite nella loro abitazione.

I due carabinieri, stando a quanto emerso dalle ricostruzioni, sarebbero intervenuti davanti ad una discoteca non lontana da piazzale Michelangelo per sedare, insieme ad altre due pattuglie, alcuni disordini; proprio in quella discoteca si trovavano le due studentesse che i militari avrebbero accompagnato, con l’auto di servizio, a casa nel centro della città. Qui, proprio nell’appartamento delle ragazze, sarebbe avvenuto il presunto stupro che però secondo uno dei due Carabinieri sarebbe stato invece un rapporto consenziente. Nel frattempo l’Arma dei carabinieri ha disposto, nei confronti dei due militari indagati a Firenze, un “provvedimento di sospensione precauzionale dall’impiego”, atto che già stato loro notificato. Peraltro anchee qualora sia stato consenziente, i due militari si trovavano in servizio, e si tratterebbe di un atto severamente vietato.

Il racconto delle studentesse: “sembravano gentili, poi lo stupro. Erano armati, non abbiamo urlato per paura”

I dettagli del racconto delle due studentesse, relative al presunto stupro, sono a dir poco assurdi. Le due ragazze, che si trovano in Italia dalla fine di agosto, hanno 19 e 21 anni e provengono da due stati sulla costa atlantica. Hanno raccontato di essere salite sulla gazzella con a bordo i due carabinieri, che le hanno portate davanti al portone della casa presa in affitto. Da quel momento in poi vi sono venti minuti di buio nel corso dei quali l’auto rimane ferma in strada e tra l’androne del palazzo e l’ascensore si sarebbe consumato lo stupro. Disperate e sotto shock, come racconta chi ha avuto modo di vederle, hanno spiegato di non aver urlato “perchè erano armati”.

“Non ho chiesto aiuto, non ho gridato perché ho avuto paura e mi sentivo confusa”, ha aggiunto l’amica. Molto provate, le due sono state portate in ospedale, al pronto soccorso di Torregalli dove si attiva il codice rosa e dove una psicologa è intervenuta in loro aiuto mentre le forze dell’ordine si mettevano in contatto con le famiglie. Dopo la visita dei medici la conferma: le due hanno avuto un rapporto sessuale, resta da capire se consenziente o frutto di una violenza. Dalla ricostruzione sembra che i Carabinieri abbiano avvertito la centrale dicendo di volersi fermare per un controllo. Sul posto gli esperti della scientifica hanno effettuato numerosi prelievi rilevando tracce biologiche sia nell’ascensore che davanti all’appartamento, oltre che sui vestiti di una delle due studentesse.

Le ragazze, dopo il presunto stupro, non avrebbero chiamato il 113 o un’ambulanza ma la loro tutor, un’insegnante dell’accademia per stranieri da loro frequentata. La giovane avrebbe dato l’allarme allertando i vertici della scuola che avrebbero contattato le forze dell’ordine. Nelle ultime ore, infine, il legale di una delle due studentesse è dovuto intervenire per mettere a tacere alcune accuse infondate, confermando che le giovani non avevano alcuna polizza assicurativa stipulata, nello specifico, per la violenza sessuale, bensì un’assicurazione generica contro il rischio di furto, rapina, lesioni e salute stipulata dall’università americana, una sorta di prassi per tutte le ragazze che, dagli Stati Uniti, si spostano per studio nel ‘Belpaese’.