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Terremoto Nuova Zelanda: fondale marino innalzato di ben 2 metri

Nuova Zelanda

Il sisma in Nuova Zelanda ha provocato un mutamento enorme del fondale marino, il cui livello si è alzato di ben 2 metri. Lo scorso 13 novembre, la Nuova Zelanda è stata dilaniata da uno spaventoso terremoto. Il sisma ha raggiunto una magnitudo di 7.8 e più e ha provocato due morti e un'elev...

Il sisma in Nuova Zelanda ha provocato un mutamento enorme del fondale marino, il cui livello si è alzato di ben 2 metri.

Lo scorso 13 novembre, la Nuova Zelanda è stata dilaniata da uno spaventoso terremoto. Il sisma ha raggiunto una magnitudo di 7.8 e più e ha provocato due morti e un’elevatissima quantità di feriti e sfollati. Frane e smottamenti hanno alterato la fisionomia di diverse città, molte delle quali sono rimaste isolate. Eppure, gli effetti della strage non si fermano assolutamente qui.

Nuovi particolari inquietanti scaturiscono dalle parole di Alberto Michelini, sismologo dell’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia). Lo scienziato ha riferito all’ANSA di un sollevamento di 2 metri del fondale marino. “Il terremoto – aggiunge Michelini – è avvenuto sulla faglia posta in linea di costa, lunga centinaia di chilometri. La rottura della faglia stessa è avvenuta in soli 2 minuti, da Sud a Nord-Est”.

Il sismologo ha aggiunto che l’innalzamento è un fenomeno abbastanza normale e ha sottolineato le continue trasformazioni del livello del mare. Nel frattempo, i disagi in Nuova Zelanda si susseguono senza alcuna tregua. Le scosse continuano a susseguirsi con elevata frequenza e raggiungono anche una magnitudo superiore a 6.0. Numerose crepe si sono aperte tra le vie delle città neozelandesi, compresa la capitale Wellington, e c’è stato anche il rischio tsunami. I soccorritori operano soprattutto per via aerea, viste le arterie stradali distrutte e la mancanza di corrente elettrica e acqua potabile.