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Test di medicina venduti, Procura indaga su una 'cricca'

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Un clamoroso retroscena è emerso dalle indagini sui test di accesso alla facoltà di medicina. Dietro a questi test di ammissione ci sarebbe una cricca

Un clamoroso retroscena è emerso dalle indagini sui test di accesso alla facoltà di medicina. Dietro a questi test di ammissione ci sarebbe infatti una cricca, una organizzazione che si muove sottotraccia.

Cosa c’è dietro ai test di ammissione alla facoltà di medicina: il retroscena

Dietro ai test di ammissione alla facoltà di medicina venduti ci sarebbe una vera e propria cricca, una organizzazione che si muove sottotraccia in grado di falsificare documenti e certificati. Ma non solo. E’ questo quanto è emerso dalle indagini sui test di accesso alla facoltà di medicina, l’ultimo filone di una vicenda investigativa che in realtà decisamente più ampia.

Si tratta di una cricca che ha le proprie mani un po’ dappertutto, soprattutto quando c’è da procurare un documento falso. Oppure quando c’è da costruire un incidente stradale “fantasma”, in modo tale da poter assicurarsi un risarcimento sicuro. O anche quando c’è da mettere apposto determinate carte, in modo tale da aggiustare la reputazione di qualcuno.

Ma anche quando semplicemente quando c’è da inventarsi un titolo di studio, magari in vista dell’accesso garantito a un concorso nazionale. E’ questa la cricca che si è creata, che fanno base in due o tre ospedali cittadini, con appoggi anche in provincia.

E’ una organizzazione che si muove sottotraccia che ha contatti e agganci al Loreto Mare, all’ospedale San Paolo, forse anche con il Comune, in Prefettura e che riesce anche a millantare al momento giusto. Una cricca in grado di vendere un posto di lavoro o la formula magica per sbaragliare la concorrenza nell’esame che conta per migliaia di candidati.

Quest’ultimo in particolare è il retroscena che è emerso nell’indagine che riguarda i test veduti per l’ammissione alla facoltà di medicina.

Le precedenti ipotesi

Già nel corso dei giorni precedenti era circolata una ipotesi secondo la quale qualcuno ha venduto i risultati del test per l’accesso alla facoltà di medicina ai figli di due esponenti delle forze dell’ordine. Per questo motivo, la Procura di Napoli ha aperto una inchiesta.

Alla fine sono stati quattro gli indagati, accusati di corruzione. Si tratta di un’assistente bibliotecaria (che il 5 settembre scorso, giorno dei test, faceva parte della squadra di 300 impiegati con compiti di vigilanza), il marito (ex dipendente dell’Università) e i due appartenenti alle forze dell’ordine.

L’indagine sarebbe iniziata da una intercettazione telefonica. Da quel momento, sarebbero scattate anche le perquisizioni tra gli oltre quattromila studenti su disposizione del pm Ida Frongillo. Quelle sugli indagati hanno dato esito negativo, mentre saranno esaminate le memorie di computer e cellulari.