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Torino, protestano per le paghe troppo basse: licenziati sei rider di Foodora

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Inizia oggi a Torino il processo contro Foodora. L'azienda di consegne di cibo d'asporto aveva licenziato 6 riders che avevano protestato per il peggioramento delle condizioni di lavoro.

Foodora sta subendo un processo dopo aver licenziato sei suoi rider. Siamo a Torino, e già un anno fa questi giovani avevano fatto delle manifestazioni di pretesta contro l’azienda, rea di sottopagarli. La risposta di Foodora è però stato il licenziamento, ma i ragazzi non si sono persi d’animo e continuano la loro battaglia, assistiti dai legali Sergio Bonetto e Giulia Druetta. Chiedono al giudice di riconoscere il rapporto di lavoro subordinato.

Protesta contro Foodora

Il mestiere del fattorino in bicicletta è faticoso, ma per un giovane a cui piacciono le due ruote ed i pedali e vuole guadagnare qualcosa, anzi qualcosina, ci può stare. Inoltre si tratta di un’assunzione pressoché sicura. Per questo diversi ragazzi hanno deciso di fare questo mestiere, nonostante i riscontri economici non siano alti.

Uno dei ragazzi coinvolti racconta che la loro protesta nasce da un peggioramento delle condizioni. In un primo momento c’era un fisso, anche se molto basso, adesso Foodora è passata alla paga a cottimo. Inoltre sempre più ragazzi iniziano a fare questo lavoro. Ormai fare le consegne “va bene lavorare per arrotondare, ma sia per il tipo di contratto, che è un co.co.co, e che per il tipo di servizio, che è molto “fluttuante”, non si riesce ad avere un flusso di entrate costanti”. Secondo questo ragazzo, al massimo si riesce a tirare su 600 euro al mese, facendo 1.900 km in bicicletta.

Ad oggi sono 900 i fattorini Foodora in tutta Italia, di cui 250 solo a Torino. Sono tutti regolati con contratto di collaborazione, ma pagati a consegna (4 euro lordi). In media fanno due consegne all’ora e secondo i calcoli della società in media un rider guadagna circa 250 euro al mese lavorando 30 ore. Ai dirigenti Foodora è stato chiesto di abolire il cottimo ed il co.co.co., ma non hanno risposto nella maniera che i riders avrebbero voluto.

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Protesta Deliveroo

Sempre a Torino, c’è stata la protesta di Deliveroo, concorrente di Foodora. I rider hanno inviato a maggio una lettera in cui affermano: “Deliveroo propone ai suoi ciclofattorini un lavoro flessibile, dinamico che consente ad ognuno di rendersi disponibile in base ai suoi impegni. La piattaforma di gestione dei turni permette di candidarsi per determinate fasce orarie e di attendere la conferma del turno da parte dell’azienda, quindi scegliere settimanalmente quanto lavorare e quando no”.

“Ma questa sbandierata flessibilità offerta da Deliveroo è totalmente vanifica dal sistema di riconferma dei turni di settima in settimana (copia incolla) che da febbraio ad oggi ha imposto a tutti i componenti della flotta un lavoro che di flessibile ha ben poco”. La facoltà di scelta di ogni ciclofattorino viene pesantemente limitata, e il sistema di organizzazione del lavoro ha determinato per non pochi fattorini la perdita di totale o parziale delle ore di lavoro e reso particolarmente arduo, se non impossibile, riottenere le ore perdute o un numero di turni paragonabile a quello promesso durante l’assunzione.