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Torta nuziale che divide l'America: il caso di Charlie Craig e David Mullins

Torta Nuziale

Una torta nuziale che divide l'America: la battaglia della coppia gay Mullins-Craig contro il pasticciere che rifiutò di preparare per loro il dolce.

Una torta nuziale sembra essere il pomo della discordia che infiamma in dibattito sui diritti civili negli Stati Uniti. Ma non è una torta qualsiasi: è la torta di nozze di una coppia gay. Coppia diventata famosa proprio per non aver avuto una torta nel giorno delle loro nozze. La torta era stata prenotata presso il Masterpiece Cakeshop di Denver di Jack Phillips. I due, Charlie Craig e David Mullins, erano andati a ordinare la torta. Quando il pasticciere ha chiesto per chi fosse la torta, loro hanno risposto: nostra! Philips a quel si è rifiutato di eseguire il lavoro per la coppia gay. All’incontro allora seguirono un silenzio imbarazzante e carico di significati. Alla fine i due si ritirarono sentendosi umiliati e amareggiati dall’accaduto.

Era il 19 Luglio del 2012, e tutto sarebbe filato liscio se non fosse stato per un post pubblicato da uno dei due omosessuali. Un post dove avevano sfogato la frustrazione per quanto accaduto. Alcuni amici allora fecero notare loro che una legge dello Stato del Colorado vietava le discriminazioni nei locali pubblici. Nel Dicembre dello stesso anno i due (che nel frattempo avevano avuto la loro torta nuziale multicolore) decisero di affidare la questione alle maglie della giustizia americana. Il prossimo 5 Dicembre verrà emessa la sentenza definitiva su questo caso iniziato 5 anni fa.

Una torta nuziale

Ben presto da Facebook si passò ai fatti. La vicenda divenne un caso di pubblico dominio e varie manifestazioni pro e contro si sono susseguite davanti al locale di Jack Phillips. Il Pasticciere ha sempre risposto con molta serenità e cordialità alle sfide, agli insulti e ai gruppi di boicottaggio che in questi anni hanno sostato davanti il suo negozio. Ha sempre motivato, anche davanti ai giudici, che a spingerlo a quella decisione fu la sua profonda fede cristiana. Niente di più, niente di meno che un semplice esercizio dei propri diritti civili sancito dalla Costituzione degli Stati Uniti.

Il caso inizialmente venne portato nei tribunali del Colorado che diedero ragione alla coppia gay. Ma il caso era troppo importante per chiudersi in maniera così semplice. La prima sentenza venne impugnata e grado dopo grado si è giunti presso la Corte Suprema, massima assise, per decidere sulla questione.

Charlie Craig e David Mullins sono consapevoli che questa battaglia legale non è una questione intorno a una torta nuziale. Si tratta di una lotta che investe trasversalmente tutte le coppie omosessuali che subiscono discriminazioni nel Paese. Una lotta che investe tutti quanti e investe precisamente l’esercizio delle libertà civili nella società.

Una battaglia tra diritti

Il nocciolo del pomo della discordia sono infatti i diritti civili. Due in particolare sono contrapposizione in questo caso: Il diritto alla libertà religiosa e quello della non discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale. Due diritti fondamentali che ugualmente percorrono l’intera società USA. Due le anime del Paese che si fronteggiano in questa battaglia. Da un lato i legali del pasticciere che si appellano al Primo Emendamento che stabilisce la libertà del culto religioso e il suo libero esercizio. Difende la libertà di parola e quella di stampa. Quindi anche il libero esercizio di esprimere le proprie opinioni. Accanto al pasticciere Phillips si sono schierati i gruppi di pressione cristiani del Paese, alcuni membri conservatori del Congresso e il Presidente Donald Trump.

Dall’altro lato, al fianco della coppia omosessuale Craig-Mullins ci sono vari gruppi per la lotta per i diritti civili. Tra i più importanti ci sono il Center For American Progress. Questo avverte che ogni possibile decisione a favore di Phillips potrebbe riportare l’America indietro di quasi 50 anni sulla strada verso il progresso sociale. Si paventa una spaventosa ondata di discriminazioni che potrebbe allargarsi ad altri tipi di attività lavorative. Infatti, l’avvocato Louise Melling, membro del potentissimo gruppo American Civil Liberties Union, ha chiarito che il caso non riguarda più una semplice torta nuziale, quanto la possibilità stessa per la Costituzione di sancire il diritto alla discriminazione. Ecco il ritorno in dietro di cui parlava prima la CFAP: la possibilità che ogni attività del Paese possa affissare alla porta “Solo per eterosessuali”.