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Totò Riina, la Chiesa: “Impensabile funerale pubblico”

Il boss in tribunale

La Chiesa definisce “impensabile” un funerale pubblico per Totò Riina e per lui le esequie in chiesa non sono previste in quanto i mafiosi sono scomunicati: semmai una preghiera privata.

La notte scorsa è morto nel reparto detenuti dell’Ospedale di Parma Totò Riina, che proprio ieri aveva compiuto 87 anni, e la Chiesa si è prontamente pronunciata contro la possibilità di un funerale pubblico per “il capo dei capi”, in quanto si trattava di un “pubblico peccatore”. Per quanto riguarda le esequie in Chiesa, comunque, non sono previste.

Il boss morto

A tal proposito c’è chi ricorda che Papa Francesco ha scomunicato i mafiosi e l’inequivocabile condanna della Chiesa alla mafia fatta tre anni fa: l’intenzione, negando i funerali a Riina, non è ovviamente quella di sostituirsi al giudizio di Dio, ma di non confondere le coscienze della gente, prendendo certe decisioni. La Chiesa, è il commento, ha la responsabilità di educare le coscienze, opponendosi alla mentalità mafiosa, contro la quale la lotta è ancora in corso. Non si sa ancora quanto la salma di Totò Riina sarà trasferita a Corleone e nessuno della sua famiglia si è ancora rivolto ad un religioso – nemmeno nelle ultime ore di vita del boss –, ma in caso verrà semmai valutata la possibilità di una preghiera privata al cimitero, se perverrà la richiesta.

I pareri

Niente funerali pubblici per Riina

Sul tema dei funerali di Riina è intervenuto il portavoce della Cei, don Ivan Maffeis, che ha detto: “Vorrei ricordare la scomunica del Papa ai mafiosi” – nell’omelia della Messa alla Piana di Sibari in occasione della visita a Cassano allo Jonio, in provincia di Cosenza il 21 giugno 2014, e il decreto firmato quest’anno – la condanna della Chiesa italiana che su questo fenomeno ha una posizione inequivocabile – ricordiamo San Giovanni Paolo II che il 9 maggio 1993, nella Valle dei Templi di Agrigento, tuonò con l’indice alzato:“Convertitevi! Un giorno verrà il giudizio di Dio!”, un po’ come ha ripetuto Papa Francesco aggiungendo la scomunica –. “La Chiesa non si sostituisce al giudizio di Dio – ha continuato don Maffeis – ma non possiamo confondere le coscienze” dando “visibilità”, sia pure al decesso. di un simile personaggio.

Ha parlato di Riina

Parole analoghe ha pronunciato Mons. Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale, che rientra nella Diocesi di Corleone: “Il compito della Chiesa è quello di educare le coscienze alla giustizia e alla legalità e di contrastare la mentalità mafiosa. Ancora non ho informazioni se e quando la salma di Riina sarà trasferita a Corleone. Trattandosi di un pubblico peccatore non si potranno fare funerali pubblici. Ove i familiari lo chiedessero si valuterà di fare una preghiera privata al cimitero” e una benedizione. Poi ha osservato: “Con la morte di Totò Riina è finito il delirio di onnipotenza del capo dei capo dei capi di Cosa Nostra, ma mafia non è stata sconfitta e quindi non bisogna abbassare la guardia”.

Per ora nessuna richiesta di benedire la salma

A quanto pare, finora non è stata avanzata nessuna richiesta di benedire la salma del “capo dei capi”: nè a Fra’ Giovanni Mascarucci, cappellano della casa circondariale del capoluogo emiliano dove Riina era detenuto, nè ai padri cappuccini della Chiesa di San Francesco e visitano i ricoverati all’ospedale e nemmeno alla Diocesi di Parma. Inoltre sembra che nessun religioso sia stato chiamato ad assistere il mafioso quando era in fin di vita.