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Totò Riina, la salma del boss mafioso in viaggio verso Corleone

Totò Riina

La salma di Totò Riina, il Capo dei Capi morto lo scorso venerdì, ha lasciato l'Ospedale di Parma e ora è in viaggio verso la Sicilia, diretta a Corleone.

La salma di Totò Riina, il Capo dei Capi morto lo scorso venerdì, ha lasciato l’Ospedale di Parma e ora è in viaggio verso la Sicilia, diretta a Corleone. In particolare, il carro funebre con la bara è partito dalla sezione di Medicina Legale, che dallo scorso venerdì è presidiata dalle forze dell’ordine giorno e notte. I familiari del boss mafioso avevano fatto visita alla salma nella giornata di sabato, dopo l’autopsia.

Totò Riina

Il corpo di Totò Riina, morto lo scorso venerdì, ha lasciato l’Ospedale di Parma e adesso è diretto in Sicilia, verso il suo paese di origine, Corleone. Il carro funebre, in particolare, è partito dalla sezione di Medicina Legale, che da venerdì è presidiata giorno e notte dalle forze dell’ordine. I familiari del boss mafioso hanno fatto visita alla salma nella giornata di sabato, subito dopo che era stata effettuata l’autopsia.

La salma viaggerà fino a Corleone, ovvero la cittadina in provincia di Palermo dove Riina era nato ottantasette anni fa. Sempre a Corleone il corpo del boss mafioso verrà tumulato, vicino alla gotha della mafia che ormai non c’è più Michele Navarra, Luciano Liggio e le ceneri di Bernardo Provenzano. Non verrà effettuato un funerale pubblico. Forse ci sarà una benedizione se qualcuno chiamerà un religioso per un breve rito privato.

Riina era arrivato a Parma nel febbraio del 2015 dal carcere milanese di Opera. Proprio al giorno di Santa Lucia di quell’anno, ovvero il 13 dicembre 2015, risale il primo ricovero del Capo dei Capi nel reparto detenuti, dove poi ha continuato a scontare le sue ventisei condanne in ergastolo in regime di 41 bis, ovvero il carcere duro riservato ai mafiosi. Sempre da Parma inoltre erano partite le ultime istanze per un differimento di pena. Tutte però respinte dai giudici.

Mano a mano che passava il tempo, le condizioni di salute di Riina peggioravano sempre di più. Per poi precipitare una decina di giorni prima della sua morte, quando dal reparto ordinario è stato trasferito a quello di terapia intensiva. Ed è proprio lì che si è spento nella notte di venerdì alle 3.37, proprio il giorno successivo a quello del suo compleanno.

Morte in solitudine

Totò Riina è morto praticamente in completa solitudine. Al suo fianco soltanto i medici e gli infermieri, che lo hanno curato fino all’ultimo. Fuori dalla stanza la Polizia penitenziaria e personale della squadra mobile di Parma hanno accompagnato il boss mafioso nei suoi ultimi giorni. Nelle ultime ore di Riina, il Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, aveva firmato un permesso speciale che consentiva ai parenti del boss mafioso di visitare il Capo dei Capi per l’ultima volta.

Ma nessuno, alla fine, è riuscito ad usufruire di questo permesso speciale. Nè la vedova Ninetta Bagarella e nemmeno i quattro figli di Riina. Sono arrivati solamente il giorno dopo, reagendo con ostilità alla presenza dei media. In pubblico, comunque, nessuno dei parenti, ha mostrato lacrime.