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Trump: Silicon Valley in rivolta per l'elezione

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Le ragioni del forte dissidio tra il nuovo presidente americano Donald Trump e i magnati della tecnologia della Silicon Valley. La Silicon Valley non ha fatto di certo i salti di gioia dopo l'elezione di Donald Trump alla Casa Bianca. Il candidato dei Repubblicano è stato da sempre percepito dai m...

Le ragioni del forte dissidio tra il nuovo presidente americano Donald Trump e i magnati della tecnologia della Silicon Valley.

La Silicon Valley non ha fatto di certo i salti di gioia dopo l’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca. Il candidato dei Repubblicano è stato da sempre percepito dai magnati della tecnologia americana come l’antitesi della ricerca e dell’innovazione. In passato Apple e Amazon sono state già bersaglio di alcune invettive da parte del nuovo presidente americano. Già nel mese di luglio circa 150 top manager ebbero modo di manifestare tutti i propri timori per la candidatura di Trump alla Casa Bianca.

Steve Wozniak, co-fondatore di Apple, Jimmy Wales (numero uno di Wikipedia), Kim Malone Scott (Ceo di Candor) ed altri pezzi da novanta della Silicon Valley, scrissero una lettera contro la candidatura del miliardario repubblicano. ‘Crediamo – ebbero modo di scrivere nella missiva inviata a diversio quotidiani – in un paese che crede nell’innovazione e crea opportunità. Donald Trump non crede in questo’. Da questa missiva si generò uno scontro verbale tra Trump e Bezos (il numero uno di Amazon) dove il presidente americano minacciò che in caso di elezione avrebbe avuto grossi problemi, mentre Bezos lo definì ‘un pericolo per la democrazia’.

I rischi di una imposizione di dazi all’importazione di merci e la rinegoziazione di accordi commerciali di fatto minacciano oggi il business di Amazon, il cui commercio di prodotti fabbricati all’estero potrebbe subire una dura battuta d’arresto. Altrettando duro è stato il botta e risposta tra il neo presidente e Tim Cook, il Ceo di Apple, indicato da molti come possibile vice-presidente in caso di elezione di Hillary Clinton. Trump attaccò ad alzo zero la Apple per il fatto di produrre i suoi device in Asia e per il netto rifiuto di dare all’Fbi accesso all’iPhone di colui che realizzò l’attentato a San Bernardino.

Invitò anche gli americani a boicottare i prodotti Apple, perchè azienda amica del terrorismo. All’indomani del voto popolare che ha sancito l’elezione di Trump, Cook ha scritto una lettera ai propri dipendenti americani, nella quale ha rassicurato tutti sul futuro dell’azienda. ‘I nostri prodotti connettono le persone ovunque – ha scritto Cook – e danno ai nostri clienti gli strumenti per migliorare il mondo. La nostra azienda è aperta a tutti e celebra le diversity. Andremo avanti cosi tutti insieme’.