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Tumore ai polmoni: in arrivo anche in Italia il farmaco che lo sconfigge

tumore

Si tratta di un nuovo anticorpo monoclonale, un farmaco intelligente in grado di colpire e demolire il tumore al polmone fino a oggi incurabile

Se ne parlava già nei mesi scorsi, quando il farmaco aveva dati i primi incoragginanti risultati nel corso della ricerca. Oggi finalmente l’Aifa – l’agenzia italiana del farmaco – ha approvato il Keytruda, ossia il “farmaco di prima linea” da usare a livello di prima terapia in alcune neoplasie del polmone, comprese quelle inoperabili. Dunque anche per alcuni tipi di tumore al polmone per i quali finora esisteva solo la chemioterapia. Si tratta di un nuovo anticorpo monoclonale, un cosiddetto “farmaco intelligente” che si è rivelato in grado di colpire e demolire il tumore al polmone fino a oggi incurabile.

L’effetto terapeutico di tale farmaco è stato definito rivoluzionario. Per la prima volta in quarant’anni di studi, un medicamento “biologico” si è rivelato un’arma efficace e selettiva. Tale medicinale sarebbe capace di aggredire solo ed esclusivamente le cellule neoplastiche, aiutando inoltre il sistema immunitario del paziente ammalato. Che diventerebbe a sua volta in grado di riconoscere e distruggere tutte le cellule maligne. Sicuramente è un primo notevolissimo passo in avanti verso il futuro della lotto contro i tumori, che vedrà “l’immuno-oncologia” sostituire la classica chemioterapia.

Tumore ai polmoni: una nuova speranza di cura

Questa nuova frontiera porta proprio il paradigma di aggressione del tumore a cambiare del tutto. L’anticorpo monoclonale elimina solo le cellule tumorali, si lega solamente alle cellule bersaglio per le quali è stato programmato. Esso ha inoltre un meccanismo d’azione opposto rispetto a quello della chemioterapia. Risveglia le difese naturali del nostro organismo, riattivando il sistema immunitario bloccato dal tumore. Esso viene così simulato a riconoscere le cellule maligne, ad attaccarle e portarle all’autodistruzione.

Il nuovo farmaco riattiva i linfociti T, le cellule che di solito si trovano sono presenti nel nostro sangue per difenderci dalle malattie infiammatorie e infettive. Quelle che invece la chemio distrugge. I linfociti vengono così indotti a bloccare il recettore cellulare che fa aumentare il tumore, il quale in breve tempo si riduce. La malattia smette pertanto di proliferare e le sue cellule in circolo vengono bersagliate una a una. Esse muoiono “a cascata”, una dopo l’altra.

Al momento il farmaco viene usato su particolari tipi di tumore polmonare. Ovvero con quelli con un carcinoma non a piccole cellule e con alti livelli del recettore PD-L1. Inoltre è attiva una sperimentazione su altri tipi istologici di neoplasia polmonare, ma anche su carcinomi maligni di altri organi, come quelli del colon e del pancreas. Le risposte sembrano già molto incoraggianti, addirittura oltre le aspettative.