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Turchia, l’orfanotrofio abbandonato ad Istanbul

orfanotrofio

L'orfanotrofio greco-ortodosso di Istanbul, storico edificio abbandonato da decenni, versa in condizioni di rovina e richiede un intervento.

L’Europa pullula di edifici costruiti, adibiti al loro scopo per un certo periodo di tempo e poi abbandonati oppure strutture mai ultimate e di cui è presente solo lo scheletro. Luoghi che deturpano i paesaggi che li circondano e che diventano spesso rifugio di gente senza scrupoli o luoghi lugubri e pericolosi. Squarci di cemento, legno e altri materiali edili, frutto di ingenti investimenti da parte di enti pubblici o privati, lasciati lì a marcire, senza che possano essere utilizzati per altri scopi solo perché spesso l’iter burocratico è troppo lungo e complicato. Il Prinkipo Greek Orthodox Orphanage, l’orfanotrofio sito nella famosa città turca di Istanbul, fa parte di questo patrimonio in disuso.

La sua storia

Il Prinkipo Greek Orthodox Orphanage, è uno storico edificio in legno di circa 20.000 metri quadrati sito nella famosa città turca di Istanbul. E’ meglio conosciuto come Prinkipo Palace o Büyükada Greek Orphanage e deve il suo nome al fatto che era destinato alla popolazione greca che viveva in Turchia prima della guerra greco-turca (1919-1922) e prima del contenzioso tra i due Paesi, cominciato nel 1963 e mai conclusosi, su Cipro. Si tratta di un vecchio orfanotrofio abbandonato che si erge sulla cima del monte Isa Tepesi, alto 206 metri, sull’Isola di Büyükada, una delle nove Isole dei Principi, che guardano la costa sul Mar di Marmara. E’considerata la seconda più grande costruzione in legno del mondo – dopo il tempio buddista di Todai – ji in Giappone – ed è stato appunto un orfanotrofio dal 1903 al 1964.

Curiosità

Questo edificio fu progettato e costruito nel 1898 dall’architetto franco-ottomano Alexander Vallaury. L’idea originale lo vedeva come un hotel e casinò di lusso per la “Compagnia internazionale delle carrozze letti”, la compagnia ferroviaria europea, creatrice del famoso treno, Orient Express.

Il sultano turco Abdul Hamid II impedì, però, questa operazione e nel 1903 l’edificio fu messo in vendita e successivamente comprato dalla moglie di un banchiere greco, la quale lo donò al Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, che lo adibì ad orfanotrofio.

Il 12 aprile 1964, a causa della tensione con la Grecia su Cipro, l’orfanotrofio venne chiuso dalla Direzione Generale delle Fondazioni turca (Vakif Genel Mudurlugu). Nella sua storia, nelle sue 206 camere, una cucina, una biblioteca, una scuola elementare e laboratori di formazione professionale, ha ospitato 5.744 orfani.

Dalla chiusura, l’edificio è andato pesantemente in rovina ed è stato anche danneggiato da un incendio scoppiato nel 1980. Il sito è stato incluso nel 2012 nel programma mondiale di recupero dei monumenti World Monuments Watch. Nell’aprile di quell’anno, a seguito di una disputa legale con il governo turco, fu stabilito che l’ex orfanotrofio appartenesse al Patriarcato Greco-Ortodosso.

Quest’ultimo avrebbe dovuto trasformarlo, entro due anni, in un istituto ambientale internazionale. Tuttavia, per diversi motivi, la struttura versa ancora in stato di abbandono, nonostante sia stata anche classificata come “Bisognosa di Tutela” dal Global Heritage Network (GHN), un database in cui sono conservati i siti da tutelare nel mondo.