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Tuscia: le città fantasma più famose

Civita

Nell’area della Tuscia, l’Etruria storica, ci sono una serie di paesini capaci sicuramente di affascinare gli amanti del brivido: vere e proprie "ghost towns”, città fantasma. Vediamo quelle più famose: la prima è Civita, frazione di Bagnoreggio in provincia di Viterbo. E’collegata co...

Nell’area della Tuscia, l’Etruria storica, ci sono una serie di paesini capaci sicuramente di affascinare gli amanti del brivido: vere e proprie “ghost towns”, città fantasma.

Vediamo quelle più famose: la prima è Civita, frazione di Bagnoreggio in provincia di Viterbo. E’collegata con l’esterno solo da un ponte attraversabile a piedi e non è affatto abbandonata come si potrebbe pensare – anzi è meta di numerosi turisti – ma rischia di esserlo a causa delle frequenti frane che l’anno colpita negli anni. Sempre nel Viterbese troviamo Celleno Vecchio, spopolato a partire dalla fine dell’Ottocento dopo diverse epidemie e un terremoto; oppure il borgo di Chia, la cui frazione di Soriano nel Cimino fu una delle location del celeberrimo film di Pier Paolo Pasolini Il Vangelo secondo Matteo del 1964. Si trova abbarbicata sulle rocce ed è stata caratterizzata da fasi di abbandono e ritorno di abitanti.

Poi c’è il sito archeologico preistorico, etrusco, romano e medievale di Norchia, con la sua necropoli e i suoi ruderi. E’ stato abbandonato nel ‘400, forse per un’epidemia di malaria.

Questi sono solo alcuni dei luoghi di tal genere nel Lazio, ma ce ne sono una dozzina: o poco abitati o diventati amene località di vacanza non ancora abbastanza scoperte. Spostandoci dalla provincia di Viterbo a quella di Roma troviamo Galeria – così chiamata perché sembra sia stata fondata dall’antico popolo dei Galerii, del quale però non si trova testimonianza –, le cui rovine sono state dichiarate Monumento Naturale nel 1999. Secondo una versione questo paese sarebbe stato fondato dagli Etruschi, che gli avevano dato il nome di Careia. Ha conosciuto l’invasione e la distruzione da parte dei Saraceni, è stata poi ricostruita e ampliata passando nelle mani dei Conti Galeria, degli Orsini a partire dal 1276, e di altre nobili famiglie, per essere completamente abbandonata nel 1809. Ci sono ancora testimonianze del suo florido passato medievale.

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