> > Tv digitale terrestre, cosa cambia con la manovra finanziaria 2018

Tv digitale terrestre, cosa cambia con la manovra finanziaria 2018

Tv digitale terrestre

La nuova manovra finanziaria 2018 porterà ad un importante cambiamento per quanto riguarda la tv digitale terrestre. 9 apparecchi su 10 verranno buttati.

Gli addetti ai lavori ne stanno discutendo ormai da diverso tempo. Ma ora c’è una data precisa. Un lungo articolo (l’89, per la precisione) della manovra finanziaria ora al varo, ha fissato il passaggio ad una nuova tecnologia di trasmissione a partire dal 2020. Una fase che poi si concluderà entro il 30 giugno del 2022. DBV-T2 ed Hevac sono le due sigle che rivelano l’aggiornamento che riguarda la tv digitale terrestre. Per poter continuare a guardare i programmi delle tv pubbliche e private, sarà necessario sostituire circa il novanta per cento degli apparecchi, ovvero più o meno 40 milioni di tv.

Tv digitale terrestre

La nuova manovra finanziaria 2018 porterà ad un importante cambiamento per quanto riguarda la tv digitale terrestre. Si tratta di una questione di cui gli addetti ai lavori stanno discutendo ormai da diverso tempo. Ma che adesso ha una data ben precisa.

Un lungo articolo, l’89, della nuova manovra finanziaria 2018, infatti, ha fissato un passaggio ad una nuova tecnologia di trasmissione, a partire dal 2020. Un passaggio che poi verrà concluso entro il 30 giugno 2022.

Alle persone comuni le sigle DBV-T2 ed Hevac non diranno nulla. ma in realtà si tratta di un aggiornamento che riguarda la tv digitale terrestre. In questo caso, a differenza di quanto avvenuto nel Natale del 2012 con il passaggio dalla tv analogica a quella del digitale terrestre, non ci saranno nuove importanti funzioni e nemmeno un vertiginoso incremento dei canali a disposizione.

Ma gli spettatori si accorgeranno comunque di questo cambiamento imposto dalla manovra. Questo perchè per poter guardare i programmi delle tv pubbliche e private in chiaro, sarà necessario cambiare circa il novanta per cento degli apparecchi. Ovvero circa quaranta milioni di televisori.

Solamente quelli che sono stati venduti di recente (non più di due anni fa), potrebbero avere già incorporato la tecnologia necessaria per ricevere il nuovo segnale. La maggioranza delle tv invece saranno cancellate per legge. Da buttare.

Anche se una piccola scorciatoia per prendere tempo esiste, esattamente come era accaduto con lo switch-off di cinque anni fa. Ovvero acquistare un decoder adatto al DVB-T2 e all’Hevac. La prima sigla riguarda la tecnologia di trasmissione, l’altra invece il sistema di codifica delle immagini.

Manovra finanziaria 2018

L’operazione che avverrà con questo passaggio non sarà del tutto indolore. La manovra finanziaria 2018 infatti prevede uno stanziamento pari a settecentocinquanta milioni, che devono essere divisi tra tutti coloro che dovranno sostenere i costi di questo passaggio. Solamente cento milioni sono destinati all’acquisto dei decoder.

Secondo una stima pubblicata l’anno passato dal sito specializzato DDay, il costo dell’operazione ammonterà tra i due e i quattro miliardi. Esattamente come accadde cinque anni fa, lo spegnimento del vecchio segnale avverrà in maniera graduale e in modo differenziato da regione a regione.

Lo scopo di questo passaggio è uno solo. Ovvero liberare le vecchie frequenze per il 5G, cioè la nuova rete internet che consentirà a tutti di navigare in modo super veloce in mobilità, sia con telefonini che con tablet.