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Ucciso al mercato, la famiglia: "Non vogliamo che diventi pretesto per razzismo"

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Una forte lite e poi la coltellata alla gola. È così che Kahlid Be Greata, ventisettenne originario della Nigeria, ha ucciso Maurizio Gugliotta a seguito di una lite per passare tra due banchi troppo stretti al Mercato del libero scambio di Torino.

Una forte lite e poi la fatale coltellata alla gola. È quello che è successo ieri mattina alle 7.30 al Mercato del libero scambio in Via Carcano, anche conosciuto con il nome “Barattolo”; Kahlid Be Greata, ventisettenne originario della Nigeria, ha ucciso Maurizio Gugliotta, originario di Catanzaro, ma residente da anni a Settimo Torinese con la famiglia, a seguito di una violenta lite perchè non riusciva a passare tra due banchi troppo stretti tra loro.

Alcuni testimoni raccontano la drammatica scena avvenuta sotto i loro occhi spiegando che la vittima, Maurizio Gugliotta, non riuscendo a passare con la sua auto tra due banchi troppo stretti, si è lamentato con il venditore nigeriano Kahlid Be Greata; i toni si sono fatti pesanti, la lite si è animata ed è degenerata e quest’ultimo si è avventato ferocemente alla gola di Gugliotta con un coltello. Sono stati vani i tempestivi soccorsi prima della sorveglianza e poi dell’ambulanza, Maurizio Gugliotta è morto dopo pochi minuti dall’aggressione. Oltre a Maurizio Gugliotta, anche un altro uomo è rimasto ferito lievemente e solo di striscio in quanto, vedendo i due uomini litigare, ha cercato di invano di separarli.

L’aggressore è stato subito fermato

A seguito dell’accaduto è intervenuta anche la polizia municipale di Torino che, come ogni settimana, si trovava nei pressi del mercatino e che ha subito fermato l’aggressore constatando che era senza autorizzazione per vendere al mercato.

Proteste e odio razziale

Come spesso accade in queste circostanze, è facile trovare chi inneggia all’odio utilizzando insulti e parole dal tono razzista. La mancata autorizzazione a vendere del giovane aggressore e il fatto che a Torino questo risulti senza fissa dimora, pur avendo il permesso di soggiorno in Italia, ha sicuramente alimentato il disaccordo e risentimento di coloro che non vedono di buon occhio gli stranieri nel nostro paese. Ma questa non è l’unica motivazione della nascita di odio a seguito dell’uccisione di Maurizio Gugliotta. Il “Barattolo” di Torino è stato già teatro di controversie liti a sfondo razziale in passato. Infatti, il mercato ha riaperto solo da qualche mese in Via Carcano, mentre prima era situato in un’altra piazza torinese presa in assalto da venditori ambulanti stranieri che avevano scatenato le ire dei simpatizzanti della Lega Nord.

La reazione della famiglia

Ma, in tutta questa vicenda, il vero esempio di umiltà e umanità è venuto proprio dalla famiglia della vittima che in modo composto e dignitoso, si è dichiarata contraria alle accuse di alcuni esponenti politici che hanno cercato di strumentalizzare ed utilizzare la tragedia di Maurizio Gugliotta come pretesto e propaganda politica inneggiante odio razziale, chiedendo invece rispetto e solenzio e che quanto accaduto a Gugliotta venga considerato un fatto privato sul quale non discutere o emanare sentenze. In ultimo la moglie della vittima ha ringraziato pubblicamente tutti coloro che hanno dimostrato vicinanza e solidarietà in un momento di immenso dolore.