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Università: per la prima volta 4 italiane tra le prime 200 al mondo

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Per la prima volta quattro università italiane entrano tra le prime 200 al mondo della classifica QS World University Rankings. La prima - tra le italiane - nella graduatoria è il Politecnico di Milano (170° posto, guadagnando 13 posizioni), seguito dall'Università di Bologna (188°, che ne ha g...

Per la prima volta quattro università italiane entrano tra le prime 200 al mondo della classifica QS World University Rankings. La prima – tra le italiane – nella graduatoria è il Politecnico di Milano (170° posto, guadagnando 13 posizioni), seguito dall’Università di Bologna (188°, che ne ha guadagnate 20). La Toscana ha ben due presenze, e cioè la Scuola superiore Sant’Anna e della Normale di Pisa, appaiate al 192° posto.

Il Massachussett Institute of Technology (MIT) domina la classifica e si riconferma la migliore Università al mondo per il sesto anno consecutivo.

L’ Università di Stanford e Harvard mantengono, rispettivamente il secondo e terzo posto; mentre il California Institute of Technology (Caltech) sale al quarto posto. Per la prima volta nella storia di questa classifica le prime quattro sono degli Stati Uniti. Cambridge perde una posizione mentre Oxford rimane stabile. La Nanyang Technological University, una giovanissima Università di Singapore, inaugurata nel 1991, ottiene la propria posizione migliore in tutte le edizioni del ranking, piazzandosi all’undicesimo posto.

I criteri

Nella classifica sono state analizzate complessivamente 4.388 università e di queste, 956 sono state incluse nella classifica secondo diversi criteri, quali: opinioni degli accademici e dei datori di lavoro, numero di citazioni, risorse dedicate all’insegnamento, numero di docenti e studenti internazionali. Commentando i dati italiani, il responsabile della Ricerca per QS, Ben Sowter, ha rilevato che “l’Italia é un Paese straordinario e spero che la classe dirigente decida di incrementare l’investimento per le università e la ricerca.”

Favorire il cambio generazionale tra i ricercatori e fermare la preoccupante emigrazione giovani menti brillanti è fondamentale per la per aumentare la competitività del paese. Investimenti importanti – pubblici o privati che siano- e continuativi nella ricerca e nella formazione terziaria, sono l’elemento che accumuna i Paesi in crescita“, ha spiegato Sowter.

La classifica è stata ottenuta considerando criteri diversi. Dal punto di vista dell’impatto della ricerca, per esempio, la Scuola Normale Superiore è al 18/0 posto e la Scuola Superiore Sant’Anna al 27/o. Considerando invece le opinioni di oltre 75.000 accademici di tutto il mondo l’ateneo di Bologna è al 77/0 posto, seguita dalla Sapienza Università di Roma (86/o). Le opinioni dei datori di lavoro collocano invece l’Università Commerciale Luigi Bocconi al 30/o posto, seguita al 53/o dal Politecnico di Milano.

La classifica in Italia

A gennaio, il quotidiano Il Sole 24 Ore, aveva pubblicato la classifica dei migliori atenei italiani. Per stilare la classifica furono presi in considerazione ben 12 fattori, raggruppabili in due grandi gruppi: il primo che raccoglie le performance delle università nell’ambito della didattica (qualità dei docenti, la capacità di garantire il conseguimento della laurea entro i tempi previsti, la possibilità di fare esperienze lavorative e di stage durante gli studi e i collegamenti con altri atenei all’estero); il secondo mostra l’andamento delle università nel campo della ricerca (qualità della produzione scientifica, capacità di ottenere finanziamenti dall’esterno per i propri progetti e qualità dei dottorati).

Gli Atenei di Milano e Bologna, presenti nella classifica di QS, si sono posizionate al 3° e al 4° posto precedute dall’Università di Verona (prima) e quella di Trento (secondo posto).