> > Uragano Miami, Florida 2016: si abbassa a categoria 3

Uragano Miami, Florida 2016: si abbassa a categoria 3

uragano

Pur declassato da categoria 4 a 3, l'uragano Matthew causa lo stato d'emergenza in USA. Si tratta della tempesta tropicale più violenta degli ultimi dieci anni e, nonostante sia tornato alla categoria 3 della scala Saffir-Simpson, l'uragano Matthew continua a seminare morte, distruzione e panico. ...

Pur declassato da categoria 4 a 3, l’uragano Matthew causa lo stato d’emergenza in USA.

Si tratta della tempesta tropicale più violenta degli ultimi dieci anni e, nonostante sia tornato alla categoria 3 della scala Saffir-Simpson, l’uragano Matthew continua a seminare morte, distruzione e panico.
Lo ammette anche il presidente statunitense Barack Obama il quale, a causa dell’emergenza, ha cancellato nei giorni scorsi due comizi elettorali a sostegno della candidata democratica Hillary Clinton.
“E’ un pericolo serio” sostiene Obama e lo ribadisce su twitter, esortando i cittadini a seguire le indicazioni delle autorità locali e a prendersi cura gli uni degli altri. Nel frattempo in Florida dove, secondo le previsioni, l’uragano dovrebbe abbattersi nelle prossime ore, vige il coprifuoco. Oltre due milioni e mezzo di americani delle coste atlantiche sono stati esortati a lasciare le proprie case e a evacuare quanto prima. L’evacuazione riguarda anche South Carolina e Georgia ed è già più massiccia di quella messa in atto nel 2012 per ripararsi dall’uragano Sandy.
Lo stato di emergenza si estende dunque anche a Georgia e South Carolina anziché alla sola Florida, ma qui la situazione è visibilmente più drammatica: 140mila abitazioni sono già rimaste senza luce elettrica e, attenendosi ad alcune previsioni basate su modelli meteorologici, lo stato potrebbe essere colpito ben due volte dall’uragano.
Il National Weather Service ipotizza già che alcune aree corrono il rischio rimanere non abitabili per mesi.

Tuttavia, per qualcuno la situazione è ancor più terribile che per gli abitanti della Florida: gli haitiani. Ad Haiti, dove l’uragano si è scagliato con la massima violenza, si stimano già più di trecento morti e non si contano gli sfollati. Qui Matthew è giunto alla categoria 4, accompagnato da raffiche da 230 chilometri orari, e ha colpito in particolar modo le coste occidentali e quanti, già costretti a vivere in tende dal terremoto del 2010, hanno visto le loro baracche allagarsi e l’elettricità saltare e in alcuni casi scomparire.
L’emergenza umanitaria non finisce qui: bisogna pensare alle implicazioni della catastrofe anche per quanto riguarda i rischi sanitari, secondo l’allarme lanciato dall’Unicef. L’emergenza sanitaria è riferita soprattutto ai bambini: circa 4 milioni, sempre secondo le stime Unicef, sarebbero gravemente soggetti alla minaccia dell’acqua contaminata, importante veicolo di malattie.
Già drammatica, la situazione è aggravata dal fatto che molti abitanti delle tendopoli ignorano l’ordine di evacuazione per paura di perdere i propri averi. Un comportamento apparentemente irrazionale ma che se analizzato dimostra come, in un paese già devastato da recenti calamità naturali, oltre che da una povertà quasi endemica, la gente comune non si preoccupi solo di sopravvivere a un evento di straordinaria violenta, bensì anche di come potrà farlo dopo, al momento di rialzarsi.

Nel frattempo, al largo delle Bermuda, una tempesta tropicale è promossa a uragano: ha nome Nicole e per ora si situa nella categoria 1, ben al di sotto di Matthew. Quest’ultimo potrebbe rivelarsi il più potente uragano dal 1898, almeno tra quelli che hanno interessato le coste statunitensi orientali.