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Usa, Trump attacca Facebook: "E' sempre contro di me"

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Il Presidente degli Stati Uniti contro i social network e i quotidiani americani: "Producono fake news, è una collusione ma non ho paura il popolo è con me"

Ancora un attacco contro il “New York Times” e il “Washington Post” da parte del presidente americano Donald Trump. Il primo uomo degli Stati Uniti non è nuovo a questo tipo di attacchi, sia nei confronti dei social media sia nei confronti delle fonti informative. “Facebook – scrive Trump in un tweet del suo profilo personale – è sempre stato contro di me“. Secondo il presidente americano quotidiani come il “New York Times” e il “Washington Post” veicolerebbero informazioni non corrette, le cosiddette fake news. “Si tratta di collusione – continua con sicurezza Trump – dato che la gente americana sta dalla mia parte“.

Il precedente: il giorno dell’inaugurazione della Presidenza Trump

La crisi tra stampa e potere, o meglio tra stampa e Presidente degli Stati Uniti, non era mai stata così evidente. Molti dei giornali americani, già dal periodo della campagna elettorale, si sono schierati contro il magnate e contro i suoi modi non proprio ortodossi. Dalla Casa Bianca, inoltre, le polemiche contro il mondo dell’informazione sono arrivate già dalla cerimonia di inaugurazione della Presidenza, quando l’ufficio stampa ufficiale di Trump accusava i quotidiani di fornire “fatti alternativi alla rappresentazione del reale“.

La polemica scaturisce dalle cifre che i giornali attribuiscono alla partecipazione delle masse americane alla cerimonia. I dati si basano sulle persone che hanno viaggiato sulla metropolitana e la stima, pubblicata da quasi tutte le testate, è di circa 250.000 persone. Alcuni quotidiani paragonano anche la foto dell’evento con quella corrispondente dell’inaugurazione della Presidenza di Obama. Dalle immagini e dai dati emerge una sola conclusione: Trump ha riscosso molto meno successo in termini di presenze.

Trump su Twitter: “Tutte invenzioni dei giornali”

Il Presidente non gradisce la posizione assunta da quotidiani. Sopratutto perchè questa è rafforzata dalle stime di partecipazione alle manifestazioni contro la sua Presidenza, che secondo i quotidiani sono oltre i tre milioni: un numero di gran lunga superiore a quello che si era radunato alla Casa Bianca. Nella sua prima uscita pubblica, dopo l’investitura, il Presidente ha quindi tratto le sua conclusioni, accusando la stampa di aver manomesso i dati.

A Washington – ha affermato Trump – c’erano più di un milione di persone“. Il primo uomo degli Usa rincara anche la dose, attribuendo alla stampa americana anche la colpa delle falsità circolate sui suoi rapporti con il mondo dell’intelligence. “Sono tutte invenzioni dei giornali – ha tuonato Trump dal quartiere generale della Cia – io ho profondo rispetto per l’intelligence“.

La prima conferenza stampa

Ma l’attacco peggiore è stato quello che si è verificato nel corso della prima conferenza stampa della Presidenza, in cui è stato presentato il nuovo addetto stampa Sean Spicer. L’uomo ha urlato contro i giornalisti presenti in sala accusandoli di aver pubblicato “resoconti deliberatamente falsi” nel merito dell’inaugurazione della Presidenza. Spicer ha poi ribadito, quasi urlando, che l’inaugurazione del governo Trump è stata una delle più partecipate della storia degli Stati Uniti “punto e basta. I tentativi di diminuire l’entusiasmo sono sbagliati e al limite della vergogna“.