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Vaticano, allontanato monsignore: scoperto durante un festino gay

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Un monsignore è stato colto in flagrante, grazie ad un blitz effettuato dagli uomini della Gendarmeria vaticana, durante un festino gay a base di droga all’interno di un appartamento del Palazzo dell'ex Sant'Uffizio. Il religioso che svolgeva le mansioni di segretario di un importante porpora...

Un monsignore è stato colto in flagrante, grazie ad un blitz effettuato dagli uomini della Gendarmeria vaticana, durante un festino gay a base di droga all’interno di un appartamento del Palazzo dell’ex Sant’Uffizio.

Il religioso che svolgeva le mansioni di segretario di un importante porporato a capo di un dicastero della Curia romana, prima è stato ricoverato in una clinica romana per disintossicarsi dagli stupefacenti di cui abusava e successivamente trasferito in un convento in Italia per ritiro spirituale.

Del protagonista non è stata svelata l’identità, il Vaticano non ha rilasciato ulteriori dettagli. L’operazione è stata guidata da Domenico Giani, che insieme ai suoi uomini aveva scoperto le numerose lamentele a causa del continuo via vai di persone fuori dall’appartamento del monsignore. Secondo alcuni prelati, ora potrà regnare un po’ di tranquillità nell’edificio.

Tale scandalo ha fatto infuriare anche Papa Francesco. Considerando anche l’età del monsignore, ha deciso di accelerare il suo pensionamento. Anche perché il monsignore era stato candidato per diventare vescovo, cosa che ora non accadrà, la nomina è stata fermata. Nonostante il suo ruolo da segretario, il religioso era dotato di numerosi privilegi che dovrebbero avere solo i prefetti o i presidenti della Curia.

L’ abitazione, nella quale si consumavano molteplici festini a base di sesso e droga, non doveva essere assegnata al religioso, infatti era riservata ai superiori dei piani alti della Curia Romana. Ricordiamo che il Palazzo dell’ex Sant’Uffizio ha l’ingresso principale che dà direttamente sulla piazza e chiunque può entrarvi sempre senza subire alcun controllo da parte delle Guardie Svizzere e della Gendarmeria.

Non solo nella città del Vaticano, ma anche sul territorio italiano non era mai stato fermato da nessuno, neanche dalla Polizia di Stato. Tale monsignore era dotato di una lussuosa automobile con la targa della Santa Sede che probabilmente utilizzava per trasportare la droga.