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Venezuela: Proteste contro Maduro, arresti e sangue nelle Piazze. 3 morti e 30 feriti

Venezuela

Caracas, una grandissima manifestazione (i media la definiscono "la madre di tutte le marcie") si sta svolgendo lungo le strade della capitale.

Caracas, una grandissima manifestazione (i media la definiscono “la madre di tutte le marcie”) si sta svolgendo lungo le strade della capitale del Venezuela.

Durante il corteo sono morte almeno 3 persone (facendo salire le vittime totali a 7) tra cui un ragazzo di 17 anni, una donna e una guardia nazionale.
I militari di Maduro hanno usato gas lacrimogeno contro i protestanti, molti dei quali hanno rischiato di morire soffocati e sono ricoverati in ospedale.

Anche quando è calata la sera le persone sono rimaste in una pizza di uno dei quartieri residenziali della città: i residenti hanno deciso di schierarsi dalla loro parte e hanno cominciato a fare rumore sbattendo tra loro delle pentole.

Nonostante i risvolti violenti della protesta, Henrique Capriles di Primero Justicia invita tutti a sciendere in piazza il 20 aprile e continuare la protesta contro la dittatura.

Nel frattempo, Maduro aumenta le misure di sicurezza fornendo armi da guerra ai militari che stanno occupando la città..

La prima vittima, di quasi 18 anni, non stava partecipando alla protesta ma mentre tornava a casa si è trovato in mezzo ai protestanti ed è stato colpito alla testa da un militare che voleva colpire i manifestanti.

La donna, una studentessa universitaria, stava andando via da un punto di concentramento a San Cristobal quando è stata uccisa da alcuni uomini che sostengono il Presidente Maduro.

Infine, la Guardia Nazionale è stata uccisa da un cecchino ma non si conoscono le esatte dinamiche relative alla sua morte.

I cittadini di ogni rango sociale non intendono fermarsi ma vogliono continuare a occupare le strade della città esausti dall’inflazione dilagante, dal caro cibo e dalla mancanza di medicine.

In piazza sono scesi anche alcuni preti locali, i quali hanno detto ai media di aver lanciato un appello a Papa Francesco, chiedendogli di agire come Papa Giovanni Paolo II fece con la Polonia.

La città è sottoposta a lockdown e tutte le metropolitane sono state chiuse nella speranza che i manifestanti non riescano a raggiungere i luoghi della protesta.

Seguiranno aggiornamenti sul corso della protesta.