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Kebab, il comune di Verone li mette al bando con una delibera

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Verona, giro di vite contro i kebab e l'apertura di negozi di cibo etnico Il sindaco Tosi: "Difendiamo la tradizione gastronomica italiana" TRA PULIZIA E DISCRIMINAZIONE - L'ennesima ordinanza di Verona destinata a dar discutere e rivolta in particolare contro le attività dalla forte cultura med...

Verona, giro di vite contro i kebab e l’apertura di negozi di cibo etnico

Il sindaco Tosi: “Difendiamo la tradizione gastronomica italiana”

TRA PULIZIA E DISCRIMINAZIONE – L’ennesima ordinanza di Verona destinata a dar discutere e rivolta in particolare contro le attività dalla forte cultura mediorientale. Ma forse le cose non stanno esattamente così. Il sindaco di Verona, Flavio Tosi, e gli assessori alle attività economiche, Marco Ambrosini, e all’urbanistica, Gian Arnaldo Caleffi, hanno presentato oggi la delibera approvata dal consiglio comunale che vieta in centro storico l’apertura di nuove attività artigianali «per la produzione e la vendita di cibi etnici». In pratica, sembrerebbe, stop all’apertura di nuovi locali che producano kebab e affini, con un giro di vite su fritti e fast food. In questi anni Flavio Tosi si era già abbastanza distinto in un’accesa lotta contro le attività del kebab, ma stavolta trova contrasti molto forti anche in aula.

BOTTA E RISPOSTA – Le motivazioni di chi ha presentato oggi la delibera sembrano essere principalmente tre: la prima è per una difesa della tradizione enogastronomica italiana, evidentemente in contrasto col kebab. La seconda di ordine pubblico, per il quale la delibera è allargata anche ai fritto. In pratica, niente più macchie d’olio in centro provocate da prodotti da fast food. La terza, anche se sottesa, è la classica guerra leghista ammantata di xenofobia: le attività straniere a Verona sono assai cresciute negli ultimi anni. Ma gli avversari di Tosi e della Lega non ci stanno e non ci sono buoni ricordi a proposito. Già due anni fa Confartigianato aveva espresso «forti perplessità sulla conformità alla legge in tema di liberalizzazioni» della delibera in questione. E perfino il Tribunale ha condannato il Comune di Verona definendo «di natura discriminatoria» provvedimenti del genere. Riuscirà Tosi a portare avanti la sua battaglia?