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Vicky il Vichingo: il ragazzino che tirava la ciurma fuori dai guai

Il protagonista

Vicky il Vichingo, il cartone animato Anni Settanta che ha come protagonista il figlioletto di un capo vichingo, ma insegna a risolvere le inimicizie con l’intelligenza e ad amare gli animali.

Il personaggio

Il personaggio

Vicky il Vichingo è un cartone animato sbarcato in Italia, su Rai 1 e Rai 2, nel 1976. Tra tanti cartoni animati giapponesi, è il primo prodotto dal Paese del Sol Levante in collaborazione con la Germania. Ha fatto davvero furore, incollando allo schermo per un decennio milioni di bambini, facendo conoscere loro il mitico popolo dei Vichinghi. La storia è ambientata nell’immaginario villaggio svedese di Flake. Vicky, il protagonista, è un ragazzino figlio del capo vichingo Halvar, il quale, accortosi di quanto egli sia sveglio e intelligente, decide di averlo al suo fianco sulla propria nave, arrivando a toccare quasi tutti i Paesi d’Europa: Bulgaria, Grecia, Russia, Inghilterra, Groenlandia, il Polo Nord. Vicky si rivelerà anche un acuto osservatore, capace di tirare fuori dai guai gli uomini di suo padre, e quindi arriverà a diventare una figura di rilievo per il proprio popolo. La produzione ha avuto talmente tanto successo, che ne vennero realizzati due film per i cinema tedeschi e un rifacimento del cartone in 3 D.

Il cartone

I personaggi

I personaggi

Tra i personaggi troviamo, oltre a Vicky il Vichingo e a Halvar, Ylva di Flake, madre e moglie di questi ultimi. Benchè la società vichinga sia patriarcale, ella, insuperabile in cucina – l’arte culinaria viene usata dalle donne vichinghe come metodo persuasivo anche nel caso in cui vengano rapite –, riesce a tener testa anche al marito, dimostrandosi talvolta il vero capo del villaggio; poi troviamo Ylvi di Flake, amichetta e ammiratrice di Vicky, che lo aspetta fedele durante le sue scorribande; e i 4 membri della ciurma: il vecchio Urobe, che con la sua saggezza riesce a risolvere più di un problema a tutti gli altri – la morale è di non mettere da parte gli anziani –; Tjure e il suo rivale Snorre, che alla fine scoprono inaspettate affinità; il grosso, pauroso ma Faxe, per cui Halvar stesso interviene per trovargli una moglie – gli altri ce l’hanno –; e infine Ulme, poeta e suonatore di lira che canta le gesta dei compagni: rappresenta la cultura nella rudezza. Infatti non è apprezzato dagli altri vichinghi, mentre il re di Russia lo vuole come poeta di corte. Ad aiutare il geniale protagonista ci sono due foche, Willy e Ulda, che trasporteranno Vicky come una sorta di sci d’acqua.

Una storia truculenta raccontata in modo umoristico

Vichinghi

Il cartone ha anche delle caratteristiche umoristiche, visto il tipo di pubblico, ma parla dei guerrieri nordici che, con le loro scorrerie, rappresentarono storicamente il terrore delle popolazioni marittime europee tra la fine del 700 e il 1000 d.C. L’ideatore, Runer Jonsson, vuole trasmettere ai piccoli spettatori valori molto presenti nei cartoni animati dell’epoca, come la salvaguardia degli animali – orsi, balenottere, lupi e persino draghi -, dell’ambiente e naturalmente la visione degli animali come amici – proprio come le due foche di cui abbiamo parlato sopra -. Non ci sono crudeltà e violenze in Vicky il Vichingo, ma piuttosto l’esortazione a superare eventuali rivalità. Questo è possibile soprattutto grazie al cervello di Vicky, piuttosto che alla forza bruta a cui sarebbe incline suo padre, che comunque gli vuole molto bene e lo stima, tanto da volerlo con sè sulla nave.