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Violenza ostetrica, maltrattata una mamma su 5: 1 milione di casi

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Una recente indagine denuncia un milione di casi di donne vittime di violenza ostetrica, soprattutto durante il loro primo parto

Nel corso del parto, ogni donna dovrebbe sentirsi protetta. Si tratta infatti di un momento assai delicato nella vita delle future mamme. Eppure a volte non è così. Si stima che circa un milione di madri in Italia siano state vittime di una qualche forma di violenza ostetrica, fisica o psicologica al momento della loro prima esperienza di maternità. L’esperienza sarebbe risultata così traumatica da aver spinto il 6 per cento delle neomamme a scegliere di non affrontare una seconda gravidanza. Dando quindi il via alla mancata nascita di circa ventimila bambini all’anno.

Un parto difficile e traumatico può far prendere la decisione di non avere altri figli. A questo proposito destano preoccupazione i dati che emergono dalla prima indagine nazionale sul tema “Le donne e il parto”. A maggior ragione, tale notizia desta maggior scalpore in un paese come il nostro, con una forte denatalità. L’indagine è stata realizzata per indagare il fenomeno, sommerso e ancora poco noto, della cosiddetta “violenza ostetrica”. Ovvero dell’appropriazione dei processi riproduttivi della donna da parte del personale medico.

Sorta per iniziativa dell’Osservatorio sulla Violenza Ostetrica Italia, la ricerca è stata condotta dalla Doxa. Essa ha inoltre ricevuto il contributo delle associazioni La Goccia Magica e CiaoLapo Onlus. I risultati sono stati resi noti questa mattina a Roma, presso il Palazzo delle Esposizioni. L’iniziativa è il proseguimento nonché l’evoluzione della campagna di informazione e sensibilizzazione #BastaTacere: le madri hanno voce.

Lo studio ha analizzato un campione di cinque milioni di donne italiane tra i 18 e i 54 anni con almeno un figlio di 0-14 anni. Esso indagato i diversi aspetti nonché i momenti vissuti durante le fasi del travaglio e del parto. A partire dal rapporto con gli operatori sanitari fino al tipo di trattamenti praticati, dalla comunicazione usata dallo staff medico al consenso informato, al ruolo della partoriente nelle decisioni sul parto, fino al rispetto della dignità personale.

Violenza ostetrica: poche e labili informazioni

Le inesattezze denunciate tramite la ricerca sono diverse. Il 27 percento delle madri, ad esempio, lamenta una carenza di sostegno e di informazioni sull’avvio dell’allattamento. Il 19 percento di loro ha invece avvertito una mancanza di riservatezza nel corso di diverse fasi della loro permanenza in ospedale. Inoltre il 12 percento delle donne interessate afferma che è stata negata loro la possibilità di avere vicino una persona di fiducia durante il travaglio. Al 13 percento, infine, non è stata concessa un’adeguata terapia per il dolore. Per concludere, il 4 percento delle neomamme afferma di avere avvertito una cerca trascuratezza nell’assistenza. Con anche complicazioni e addirittura l’esposizione a pericolo di vita.