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Violenza sessuale di gruppo, Robinho condannato a 9 anni di carcere

Il calciatore condannato

L’ex calciatore milanista Robinho, 33 anni, e è stato condannato a 9 anni di carcere con altri 5 amici per violenza sessuale di gruppo nei confronti di una ragazza in una discoteca di Milano.

L’ex calciatore milanista Robinho – all’anagrafe Robson de Souza Santos -, 33 anni, è stato condannato per violenza sessuale di gruppo ai danni di una ragazza albanese in una discoteca di Milano. I fatti risalgono al 22 gennaio 2013, giorno del 23esimo compleanno della vittima.

La condanna è stata inflitta all’ex attaccante rossonero brasiliano dalla nona sezione del tribunale meneghino, presieduta dalla giudice Mariolina Panasiti, che l’ha ritenuto colpevole di aver stuprato la giovane con altri cinque uomini. Attualmente Robinho si trova in Brasile, dove veste la maglia dell’Atletico Mineiro.

Stessa condanna è stata inflitta ad un amico e connazionale del calciatore, Ricardo Falco. Entrambi dovranno anche risarcire la ragazza albanese con 60 mila euro. L’accusa considera anche le “condizioni di inferiorità psichica e fisica” della vittima, che sembra fosse ubriaca. Il processo è sospeso poiché gli altri quattro riconosciuti colpevoli di stupro, sono risultati irreperibili. Tra 90 giorni si conosceranno le motivazioni della sentenza.

I dettagli

Lo stupore

La ragazza vittima dello stupro si era recata con altre sue due amiche al Sio Cafè e l’intenzione era di festeggiare il compleanno con Robiho e gli altri tre giovani. Tuttavia quando le amiche della neo-23enne hanno deciso di andarsene, il calciatore ha accompagnato a casa la moglie, Vivian Guglielmetti, e poi sarebbe tornato indietro. Con i compari avrebbe fatto ubriacare la giovane albanese “rendendola incosciente e incapace di opporsi” alla violenza sessuale di gruppo a cui di lì a poco l’avrebbero sottoposta nel guardaroba del locale. Si tratterebbe di “molteplici e consecutivi” abusi, spiega la sentenza. Il pm Stefano Amendola aveva chiesto per gli imputati 10 anni di carcere, poi la pena è stata abbassata.

La difesa

La disperazione

Per la difesa di Robinho “non ci sono prove” che la ragazza, la quale già conosceva il calciatore ed aveva trascorso con lui alcune serate in altri locali milanesi, “non abbia acconsentito” ai rapporti sessuali e nemmeno, queste le parole usate, “abbia assunto sostanze alcooliche” al punto da essere in “condizioni di inferiorità psichica e fisica”. Poco dopo i presunti fatti, attraverso la sua legale Marisa Ramos, aveva dichiarato che “mai avrebbe fatto qualcosa del genere” e si era definito “un buon uomo, dal punto di vista professionale – in effetti ha vinto numerose coppe in Italia e all’estero, e all’inizio era considerato erede del grande connazionale Pelè, tanto da essere soprannominato Pelezinho, “piccolo Pelè” – e della famiglia” – è sposato dal 2009 -.Tuttavia alcune intercettazioni telefoniche inchiodano i sei imputati, calciatore compreso.

Il precedente

Esperienza nel Manchester City

Robinho era già stato coinvolto un una vicenda simile nel 2009, ma in quel caso fu prosciolto: all’epoca giocava in Inghilterra nel Manchester City e venne arrestato con l’accusa di stupro ai danni di una studentessa universitaria 18enne che avrebbe aggredito nella zona Vip del Club Space di Leeds.