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Vitalizio ai parlamentari, la situazione della riforma

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A che punto è la riforma per l’abolizione del vitalizio ai parlamentari? Ecco la situazione ad oggi. Il vitalizio non esiste più, ha un altro nome. Vitalizio, una delle parole più detestate dal popolo italiano. Eppure, una delle parole chiave dell’attuale discussione politica. Intanto, una p...

A che punto è la riforma per l’abolizione del vitalizio ai parlamentari? Ecco la situazione ad oggi. Il vitalizio non esiste più, ha un altro nome.

Vitalizio, una delle parole più detestate dal popolo italiano. Eppure, una delle parole chiave dell’attuale discussione politica. Intanto, una precisione è d’obbligo: benché se ne parli, i vitalizi, in realtà, non esistono più.

Non esistono più nel senso che hanno cambiato nome, perché ora si chiamano “assegno pensionistico” in favore dei parlamentari. Dal momento però che la variazione di denominazione non ha portato cambiamenti sostanziali, continua ad essere di uso comune il vecchio termine di vitalizio.

La situazione attuale del vitalizio ai parlamentari

Secondo la normativa attuale (in vigore dal gennaio del 2012), hanno diritto all’assegno pensionistico tutti i parlamentari che abbiano compiuto almeno 65 anni di età e che arrivino alla fine del loro mandato (5 anni per deputati, senatori e consiglieri regionali, 4 anni e mezzo in caso di prima nomina).

L’importo dell’assegno è calcolato in maniera diversa rispetto al passato, inquadrandosi adesso nell’ambito del sistema contributivo valido per tutti i dipendenti statali (questo comporta, ad esempio, che i parlamentari debbano versare nelle casse dello Stato il 9% circa dell’indennità lorda, grosso modo 900 euro al mese).

Come si può realizzare la riforma: legge ordinaria o delibera

La riforma del sistema degli assegni pensionistici per i parlamentari potrebbe essere realizzata secondo l’iter naturale (legge approvata dal Parlamento) oppure con una delibera degli Uffici di Presidenza della Camera dei Deputati e del Senato. Le proposte, allo stato attuale, non mancano di certo. In commissione ce ne sono almeno sette, fra cui quelle di Pd e M5S, che vorrebbero che la pensione dei parlamentari fosse uguale a quella di qualunque altro cittadino italiano.

Che la riforma possa passare tramite una semplice delibera degli Uffici di Presidenza dei due rami del Parlamento non è cosa impossibile. Si tratterebbe anzi di qualche cosa che è già avvenuto in passato, quando Camera e Senato abolirono la pensione in favore dei parlamentari condannati in via definitiva con pena superiore ai due anni (luglio 2015 con aggiornamento a ottobre 2016).