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Tre casi di vittime di bullismo a scuola

BULLI

Il bullismo all'interno delle scuole è sempre esistito. Purtroppo, però, soprattutto ultimamente sta portando a tragiche conseguenze, in quanto si sentono sempre più spesso casi di suicidio.

Di solito sono gli adolescenti a soffrirne di più, ma non bisogna dimenticarsi che si registrano episodi del genere anche all’università. Nonostante sia un ambiente in cui è permesso ad ognuno di esprimersi, in cui si creano amicizie con persone affini e non solo per questioni sociali o di popolarità.

La tragedia è comunque avvenuta e la vittima è stata Adrien Gorget. E’ stata proprio la sua famiglia a rivolgersi alla stampa per raccontare la sua storia, in modo da rendere omaggio alla sua memoria.

Per fortuna in alcuni casi non si arriva al togliersi la vita, ma si fa in modo che la società si occupi di questi casi che in realtà riguardano tutti. Esempi di questo sono visibili a Milano, a seguito di altri 2 fatti accaduti all’inizio del 2017.

I due casi nel milanese

«Figlio di p…». «Fr… di m…». «Ci fai schifo». «Devi morire» Quando non erano le parole, erano i fatti: schiaffi in faccia, pugni sulla testa, calci sulla schiena.Capitava ad esempio con gli occhiali da vista, presi e schiacciati sotto i piedi” racconta . Questo quello che doveva subire un ragazzino di 13 anni da compagni coetanei. Erano 3 anni che andava avanti così. Dalla prima alla terza media di un istituto comprensivo di Rho, la classe oggi frequentata dai quattro aguzzini e dalla vittima. Dopo la denuncia della mamma, gli accertamenti del commissariato di Rho-Pero hanno confermato le violenze. E si è accertato che agli insegnanti fossero stati riferiti continuamente questi comportamenti, ma minimizzavano e raramente erano testimoni di quello che succedeva, cosa che li ha portati a non crederglieli la maggior parte delle volte.

L’ultimo arrivato al Centro disagio giovanile e adolescenziale del Fatebenefratelli invece si chiama Matteo e ha nove anni. Ha iniziato ad essere vittima di bullismo già in prima elementare e i soprusi andavano avanti da più di due anni, quando i genitori poche settimane fa si sono rivolti alla struttura. In media, quattro al giorno.
Matteo frequenta una scuola elementare dell’hinterland milanese ed è stato isolato, deriso e percosso dai compagni. Dal Centro fanno sapere che questa situazione «ha creato al bambino anche un cattivo rapporto con il cibo». Gli insegnanti non hanno intuito il malessere e hanno cercato di spingerlo a mangiare, «peggiorando le cose». Ora, da poco più di un mese, Matteo frequenta il Centro e si spera che questo possa aiutarlo a risolvere i problemi, causati anche dall‘indifferenza della società in cui ha vissuto.