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Voucher Inps: cosa sono e come funzionano

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Come utilizzare i voucher Inps dalla parte del datore di lavoro e da parte del lavoratore stesso: quali sono i vantaggi e quali i limiti

Sono stati istituiti, nella loro versione più recente e famosa, nel giugno 2015, in contemporanea al cosiddetto “Jobs Act”: sono i voucher Inps, abrogati nel giugno 2017, con un nuovo decreto legge e con l’introduzione di una tipologia contrattuale del tutto simile a quella precedente, che regola le prestazioni di lavoro occasionale. I voucher, definiti più comunemente “buoni lavoro”, sono una modalità di pagamento utilizzata nel cosiddetto “lavoro accessorio”. Come è facile intuire, questa tipologia di metodo di pagamento è nata, prima di tutto, per combattere il lavoro “in nero”. In realtà, infatti, per andare alle origini dei voucher bisogna tornare indietro al 2003, introdotti dal governo Berlusconi, con la legge Biagi. Lo scorso anno, però, c’è stato un enorme incremento dell’utilizzo di questa tipologia di pagamento delle prestazioni, grazie alla nuova normativa.

Voucher cosa sono

Grazie al voucher inps, dunque, il “committente può beneficiare di prestazioni lavorative per la propria attività economica o in ambito familiare nella completa legalità e con copertura assicurativa contro gli infortuni, senza dover stipulare alcun tipo di contratto, con costi molto ridotti e adempimenti burocratici estremamente semplificati”, si legge sul sito dell’Inps, mentre il “prestatore di lavoro, nei limiti economici consentiti dalla legge, può percepire somme in relazione a rapporti lavorativi posti in essere fino al 31 dicembre 2017 esenti da ogni imposizione fiscale; non incidenti sullo stato di disoccupato o inoccupato; compatibili con il versamento di contributi volontari; utili ai fini della determinazione del reddito necessario per il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno; cumulabili, entro determinati limiti, con le prestazioni integrative del salario e a sostegno del reddito”.

Come funzionano i voucher

Proprio per beneficiare di questo tipo di prestazioni lavorative, fino al 17 marzo 2017 è stato possibile acquistare preventivamente i voucher, in modo da commissionare preventivamente il lavoro (ogni voucher ha un valore di 10 euro lordi, 7,50 euro netti, che sono il corrispettivo minimo di un’ora di lavoro) e utilizzarlo, dunque, come pagamento della prestazione. La disciplina, però, dopo una serie di critiche e polemiche su questa tipologia di pagamento a prestazione, è cambiata. Bisogna, prima di tutto considerare che, nel corso degli anni, la possibilità di utilizzare i voucher è aumentata e ha incluso sempre più categorie di lavoratori, fino ad arrivare a poter essere utilizzato come retribuzione per qualsiasi lavoro accessorio e saltuario. Oggi, dunque, chi critica aspramente questo strumento, sostiene che il voucher inps serva solo a nascondere un lavoratore in nero: ad esempio un cameriere viene pagato in voucher per quattro ore al giorno ma ne lavora otto.

Nuovi voucher

Proprio per questo motivo è arrivata una prima modifica alla disciplina: dal settembre 2017 il datore di lavoro deve segnare sul voucher non solo nome del lavoratore e giorno di lavoro ma anche orario di inizio e fine. Nonostante ciò, però, nel giugno scorso, dopo le ultime modifiche apportate alla disciplina sul lavoro accessorio, l’Ufficio parlamentare di Bilancio, che solitamente verifica le previsioni del Governo in materia di economia, ha chiarito che la clausola inserita che consente di revocare la prestazione di lavoro occasionale a tre giorni dallo svolgimento “potrebbe favorire comportamenti evasivi da parte del committente che, dopo aver beneficiato della prestazione e in assenza di ispezioni in loco, si troverebbe nella condizione di poter comunicare il mancato svolgimento e concludere in nero la transazione”.

Attivazione voucher

Anche se esistono alcuni”punti deboli”, i voucher inps continuano ad essere uno strumento molto utilizzato: secondo i dati resi noti dall’Inps nel dicembre 2016 è stato evidente un “aumento pari al 32,3% della vendita dei buoni lavoro rispetto ai primi dieci mesi del 2015”. Per utilizzare un voucher il datore di lavoro può acquistare i buoni online o presso gli uffici postali, i tabaccai e sportelli bancari, e successivamente deve effettuare la “dichiarazione di inizio prestazione” all’Inps. Una volta acquistati, questi buoni devono essere attivati entro 24 ore, con tutti i dati richiesti (codice fiscale, committente e attività, dati del prestatore, luogo e data di inizio e fine della prestazione di lavoro). Tali comunicazioni devono avvenire online, sul sito dell’Inps. Con l’introduzione dei nuovi voucher, poi, è arrivato il libretto famiglia per colf, badanti, insegnanti che danno ripetizione, da 10 euro all’ora, con un tetto unico ai compensi di 5mila euro di cui 2.500 massimi dallo stesso lavoratore. Per le imprese, invece, è stato deciso un limite di 9 euro minimi all’ora per un massimo di 4 ore di lavoro consecutive. Massima attenzione e tracciabilità, trasparenza e lavoro sicuro, sono queste le caratteristiche del lavoro occasionale regolato con i voucher inps.

Limiti voucher

Come anticipato, l’utilizzo dei voucher ha dei limiti, prima di tutto di “paga” e temporali. E’ possibile utilizzare i voucher inps, ad esempio, anche per chi percepisce cassa integrazione e sostegno al reddito, con un limite di 3mila euro netti, 4mila lordi, all’anno. Con il decreto attuativo del Jobs Act, poi, il limite di compenso massimo che il prestatore può ricevere è stato aumentato a 7 mila euro, mentre nei confronti di un singolo committente il limite è rimasto invariato. Prima di approcciarsi a questa disciplina, dunque, è utile capirne pregi e difetti, utilità e limiti: il sito dell’Inps in questo senso è chiaro ed esaustivo, e chiarisce qualsiasi dubbio in relazione ai vari casi.