> > Wada, dagli hacker anche i nomi dei britannici Wiggins e Froome

Wada, dagli hacker anche i nomi dei britannici Wiggins e Froome

bradley-wiggins

Nuovo attacco hacker alla Wada. Violati i dati di altri 25 atleti di Usa, Germania e Gran Bretagna. Fra di loro Bradley Wiggins e Chris Froome. Gli hacker del gruppo che si fa chiamare Fancy Bears ha reso pubblici i dati di altri 25 atleti. A renderlo noto è stata la Wada, l'agenzia mondiale anti ...

Nuovo attacco hacker alla Wada. Violati i dati di altri 25 atleti di Usa, Germania e Gran Bretagna. Fra di loro Bradley Wiggins e Chris Froome.

Gli hacker del gruppo che si fa chiamare Fancy Bears ha reso pubblici i dati di altri 25 atleti. A renderlo noto è stata la Wada, l’agenzia mondiale anti doping, tramite un comunicato sul suo sito ufficiale. I dati violati apparterrebbero a 25 atleti di cui 10 degli Stati Uniti, 5 della Germania, 5 della Gran Bretagna, uno della Repubblica Ceca, uno della Polonia, uno della Russia, uno della Danimarca e uno della Romania.

La violazione del database ufficiale della Wada, il sistema Adams (Anti Doping Administration and Management System), sarebbe stata effettuata sfruttando un account del Cio, il Comitato Olimpico Internazionale, creato in occasione delle olimpiadi di Rio 2016. I dati degli atleti consistono di fatto in cartelle cliniche che riportano le informazioni sui medicinali considerati dopanti, ma la cui assunzione è possibile a scopo terapeutico, dietro prescrizione medica.

Dopo quelli delle sorelle Serena e Venus Williams e quello della plurimedagliata ginnasta americana Simone Biles, sono i nomi dei ciclisti britannici Bradley Wiggins e Chris Froome a balzare in primo piano. Anche per loro ci sarebbe quindi la dimostrazione dell’assunzione di sostanze dopanti dietro prescrizione medica. Nulla, però, è stato detto circa i medicinali in questione. Secondo alcuni media britannici, anzi, dalle cartelle cliniche non risulterebbe nulla a carico né di Wiggins, né di Froome.

I vertici della Wada affermano che gli attacchi degli hacker di Fancy Bears non sono altro che un tentativo di screditare l’agenzia anti doping. “La Wada” ha spiegato il direttore generale Olivier Niggli, “non ha alcun dubbio che questi attacchi in corso siano una rappresaglia contro l’Agenzia e il sistema anti-doping mondiale, a causa della nostra indagine indipendente che ha mostrato il doping sponsorizzata dallo Stato in Russia”.