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Witold Pilecky: la spia che si internò volontariamente ad Auschwitz

Witold Pilecky: la spia che si internò volontariamente ad Auschwitz

Pilecki nel 1940 si internò volontariamente all'interno di Auschwitz. Le crudeltà a cui assistette non sono descrivibili. Dopo tre anni riuscì a fuggire.

Pilecki e la scelta

Witold Pilecky: la spia che si internò volontariamente ad Auschwitz

Pilecki il 19 settembre 1940 a Varsavia durante un rastrellamento nazista prende la direzione opposta. Si fa arrestare volontariamente in modo da essere mandato ad Auschwitz. Tutti avrebbero considerato il suo gesto folle anche se il nome inizialmente non era sinonimo di inferno. Lui non è uno qualunque è un militare dell’Armata polacca. E’ anche membro della resistenza contro i nazisti. Il suo compito è quello di infiltrarsi nel campo, prendere informazioni e organizzare una rete clandestina. Questa rete deve essere pronta a ribellarsi e a prendere il controllo. Ma cosa trovò all’interno del campo? Che tipo di vita stava per vivere?

Vita ad Auschwitz

Già da subito Pilecki si rese conto che quel luogo non aveva niente a che fare con quello che i cittadini pensavano. Niente di quello che vide oltre la scritta “Arbeit macht frei” poteva essere paragonato al mondo reale. Il vivere civile con le sue regole completamente calpestato. Prigionieri che avevano il diritto di vita su altri come loro. Lo strumento di decimazione usato dai nazisti era la fame, il freddo, i lavori forzati e le malattie. I carcerieri si distinguevano solo dal loro grado di crudeltà. Gli internati polacchi venivano uccisi pubblicamente in modo brutale ed all’improvviso. Intanto intorno a lui crescevano i morti nelle camere a gas. Riuscì a costruire una rete di sostegno all’interno dove tra loro si aiutavano nei compiti. Portavano fuori continui messaggi di quella che era la vita lì ma nessuno ci credeva. Si era fatto arrestare sotto falso nome ed ebbe la fortuna di avere un incarico al di fuori del campo. Lui provò a tessere la sua rete clandestina ma il segnale della rivolta non arrivò mai. Dopo tre anni decise di fuggire, questo per continuare la resistenza da fuori.

Dopo Auschwitz

Witold Pilecky: la spia che si internò volontariamente ad Auschwitz

Fuggito e finalmente libero riportò fedelmente ai suoi capi tutto quello che aveva visto. La sorpresa fu che i capi erano cambiati ed a quelli nuovi non interessava minimamente la liberazione del campo. nel 1944 dopo la rivolta a Varsavia fu nuovamente arrestato dai tedeschi e mandato in un campo di concentramento. Riuscì ad uscirne vivo anche in questa occasione liberato nel 1945. Una volta terminata la guerra entrò nel “corpo polacco“. Erano i militari che non accettavano la dominazione sovietica. In Italia scrisse tutto il resoconto dei suoi tre anni ad Auschwitz ma rimase inedito per decenni. Rientrato a Varsavia nel 1947 fu arrestato, torturato, processato e condannato a morte con prove false. Solo nel 1990 la sua memoria venne riabilitata ma oramai è troppo tardi.