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Yara Gambirasio, famiglia di Massimo Bossetti vuole ribaltare la sentenza

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La famiglia di Massimo Bossetti non ci sta e vuole ribaltare la sentenza dell'assassinio di Yara Gambirasio. Incontro con Antonio di Pietro.

La famiglia di Massimo Bossetti, condannato per l’assassinio di Yara Gambirasio, non ci sta. In particolare il fratello Agostino e la moglie Marica Comi si sono incontrati con Antonio Di Pietro per avere consigli e pareri sul da farsi. Attualmente Massimo Bossetti sta scontando la pena per la condanna dell’omicidio di Yara Gambirasio, ragazzina 13enne di Brembante di Sopra scomparsa nel 2010.

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Marica Comi e Agostino Bossetti si sono recati da Antonio Di Pietro, avvocato ed ex Ministro di Mani Pulite, per avere consigli e pareri su come ribaltare la sentenza sull’omicidio di Yara Gambirasio. Dopo delle travagliate indagini, Massimo Bossetti è stato considerato unico colpevole del delitto. I famigliari del condannato hanno sempre rifiutato questa sentenza.

Secondo l’avvocato Antonio di Pietro, sono presenti due punti interessanti sui quali la difesa di Massimo Bossetti potrebbe ancora appellarsi: “Ho indicato alla moglie di Bossetti gli unici due motivi del ricorso in Cassazione che a mio avviso potrebbero avere qualche possibilità (remota) di essere accolti” ha dichiarato l’ex Ministro.
I due aspetti da considerare sono il fatto che i reperti dell’indagine sono ancora oggi perfettamente intatti ( lo afferma proprio il perito Casari). Per questo è ancora possibile rifare una superperizia. Il secondo punto è che il diritto alla difesa è stato leso. La comparazione dei reperti, infatti, è stata fatta in assenza degli avvocati di Bossetti. Tuttavia, anche se fosse, ribaltare la sentenza rimane difficilissimo.

Maria Comi non ha chiesto all’ex magistrato di far parte del pool della difesa di Massimo Bossetti. È lo stesso Antonio Di Pietro a dichiararlo: “A me, vista la mia determinazione a non seguire la loro linea di difesa, non hanno nemmeno proposto alcun incarico che io comunque non avrei accettato”. Secondo Antonio Di Pietro, i familiari di Bossetti vogliono insistere sulla denuncia agli inquirenti che avrebbero fatto tutta una montatura.

yara gambirasio

L’assassinio

È il 26 novembre del 2010, e la povera Yara Cambirasio ha soltanto 13 anni. È una giovanissima atleta, infatti fa ginnastica. Alle ore 18,44 sta tornado dalla palestra dove è iscritta. La struttura dista solo 700 metri da casa sua. Sfortunatamente, a vagabondare in quella zona c’è anche Massimo Giuseppe Bossetti, che ad oggi è colpevole del delitto. In quell’istante, l’uomo non aveva impegni lavorativi, e nemmeno voglia di tornare nella propria abitazione. Massimo Bossetti è risultato morbosamente attratto dalle ragazzine adolescenti. E le ragazze che come Yara Gambirasio stavano uscendo dal centro sportivo sono un’indubbia attrattiva per lui.
Massimo Giuseppe Bossetti, è stato appurato, è affetto da un insistente, perdurante e malato interesse ed attrazione per le giovani in età puberale. Forse è questo il motivo di un litigio avvenuto con la moglie in quel drammatico periodo.