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Zuckerberg nuovo presidente degli Statu Uniti? I democratici lo sperano

I democratici ci sperano

I democratici vorrebbero candidare il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg alla presidenza USA contro Donald Trump. Lui smentisce, ma compie mosse politicamente “sospette”.

Parla con i lavoratori

I democratici americani avrebbero un’insolita speranza: vedere il “papà di Facebook” Mark Zuckerberg, 33 anni, sfidare Donald Trump per diventare nuovo presidente degli Stati Uniti – tra poco più di un anno ci saranno già le elezioni legislative di mid-term –. Il giovane imprenditore nega la volontà di candidarsi, ma intanto sta visitando come si conviene ad un candidato presidente americano numerosi Stati del Paese – 30, per la precisione – per “conoscere meglio di americani”. Le scelte non sono casuali: infatti ha deciso di cominciare dall’Iowa, dove ogni 4 anni vi sono le primarie per decidere i candidati alla Casa Bianca. Poi è stato nel Michigan, incontrando nella città principale, Detroit, gli operai della celeberrima azienda automobilistica Ford, il cui voto è stato fondamentale perché Trump arrivasse alla presidenza, e poi ancora si è recato nell’Ohio, un altro Stato importantissimo dal punto di vista delle presidenziali USA.

Zuckerberg presidente degli Stati Uniti?

Non solo: Zuckerberg ha assunto di recente nella Fondazione sua e di sua moglie, la pediatra Priscilla Chan, David Plouffle, uno dei personaggi determinanti per promuovere l’immagine di Barack Obama durante la sua vittoriosa corsa alla Casa Bianca, e Joel Benenson, esperto di analisi demoscopiche per Obama e capo strategia della campagna elettorale di Hillary Clinton, sconfitta poi da Trump. Zuckerberg, però, motiva le loro assunzioni con fatto che essi aiutino la Fondazione dal punto di vista umanitario – aspetto del fondatore di Facebook che può far presa sugli americani –, per studiare progetti per “curare malattie, migliorare l’istruzione, dare voce a tutti coloro che vogliono costruire un futuro migliore”.

I dubbi

Ha solo il 24% di gradimento

Mark Zuckerberg potrebbe anche candidarsi da indipendente, come fecero prima di lui altri due imprenditori: Ross Perot, della Electronic Data Systems, che si ritirò con onore dalla campagna elettorale contro George H.W. Bush nel 1992 e predisse il protezionismo economico adottato da Trump, e il più noto Michael Bloomberg, che non è riuscito a diventare presidente degli Stati Uniti ma è stato eletto più volte sindaco di New York. Tuttavia il Partito Democratico ha un grande bisogno di rinnovamento e Zuckerberg potrebbe essere la carta vincente. Bisogna, però tenere presente che il giovane imprenditore la cui impresa gli ha portato in termini di guadagni molto di più di quello che ha portato la Trump Organization al suo leader, è gradito solo al 24% degli americani. Infatti essi sanno che gli imprenditori liberal della Silicon Valley – come lo stesso Zuckerberg, che ha dato il 99% dei suoi introiti alla propria Fondazione – vanno a braccetto con il capitalismo di Wall Street, che causa ancora molte diseguaglianze negli USA. In più si è rivelata un fallimento l’iniziativa di “Mr. Facebook” di donare 100 milioni alla scuola pubblica della città di Newwark, nel New Jersey.

Insomma, per dirla come l’opinionista Bill Scher sul sito Politico.com, Zuckerberg deve stare “attento” a “non confondere la popolarità di Facebook con la sua personale”. La sinistra americana potrebbe ormai pensare che la vittoria di Trump abbia spianato la strada agli imprenditori presidenti e questo darebbe più forza alla possibilità di proporre Zuckerberg, ma il controverso tycoon ha ben più esperienza come personaggio pubblico e lo ha dimostrato nella sua aggressiva e vincente campagna elettorale. Dunque questa volta la tradizionale alternanza tra presidenti repubblicani e democratici nello Studio Ovale potrebbe non esserci, almeno con il fondatore del popolarissimo social network.