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1 maggio, sindacati in piazza: "É il momento di vaccinare i lavoratori, non di licenziarli"

1 maggio sindacati in piazza

I tre principali sindacati sono scesi in piazza in occasione del 1° maggio chiedendo vaccini per i lavoratori e proroga del blocco dei licenziamenti.

In occasione della festa dei lavoratori del 1 maggio, i sindacati CGIL, CISL e UIL sono scesi in piazza con tre manifestazioni nazionali unitarie in tre luoghi simbolici del mondo del lavoro, vale a dire Terni, lo stabilimento Amazon di Passo Corese (Rieti) e l’Ospedale dei Castelli a Fontana di Papa (Roma).

1 maggio, sindacati in piazza: l’intervento di Landini 

Il leader della CGIL Maurizio Landini ha insistito sulla necessità di investire sulla salute, sulla sicurezza e sullo stato sociale sottolineando che “è il lavoro che cura l’Italia“. Ha poi affermato che oggi è il momento di vaccinare e non di licenziare rimacando il no allo sblocco dei licenziamenti che causerebbe la perdita di moltissimi posti di lavoro. 

La crisi sanitaria si è intrecciata, negli ultimi mesi, con una grande crisi sociale che ha fatto sì che ai contagi e alle vittime del virus seguisse seguita la perdita di milioni di posti di lavoro e il relativo aumento della povertà. Per questo secondo Landini la festa dei lavoratori deve rappresentare un’occasione per riflettere sul lavoro che verrà dopo la pandemia e sul ruolo che milioni di lavoratori hanno giocato in questo anno. “Abbiamo visto il prezzo che abbiamo pagato a causa anche dei tagli alla sanità“, ha avvertito in conclusione. 

1 maggio, sindacati in piazza: “Vaccino del lavoro stabile”

Luigi Sbarra (Cisl) ha invece parlato di un Primo Maggio di speranza, senza cortei e manifestazioni come di consueto prima della pandemia ma con l’auspicio di tornare gradualmente, e con la necessaria cautela, a una vita normale. “Il sindacato c’è ed è in campo unitariamente per la ripartenza in sicurezza e la ricostruzione del Paese“, ha affermato.

Dall’Ospedale dei Castelli ha poi espresso solidarietà ai lavoratori della sanità e a tutti coloro che hanno assicurato servizi e beni essenziali ai cittadini in questa lunga fase difficile della vita del Paese. “Non basta più l’ampia e capillare diffusione del vaccino, che organizzeremo anche noi presto nelle aziende. Occorre anche il vaccino del lavoro stabile, della crescita, degli investimenti, della giustizia sociale“, ha aggiunto. 

1 maggio, sindacati in piazza: “No sblocco licenziamenti”

Sbarra ha infine lanciato l’allarme sulla perdita di un milione di posti di lavoro in 14 mesi che ha riguardato soprattutto giovani e donne. I lavoratori sono stati in cassa integrazione per un totale di 5 miliardi, le ore lavorate sono cadute dell’11% e il monte salariale di 40 miliardi. Di qui il suo avvertimento: “Non possiamo permetterci di perdere altro lavoro. Il governo farebbe bene a prorogare il blocco dei licenziamenti almeno a fine anno“.