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3%: trama serie

3%

Nel futuro una piccola percentuale di umani può accedere al benessere, ed è disposta a tutto per arrivarvi. È 3%, prima serie brasiliana targata Netflix. Prima serie prodotta da Netflix in Brasile, e seconda in assoluto con impresso il marchio del network statunitense dello streaming video nell'...

Nel futuro una piccola percentuale di umani può accedere al benessere, ed è disposta a tutto per arrivarvi. È 3%, prima serie brasiliana targata Netflix.

Prima serie prodotta da Netflix in Brasile, e seconda in assoluto con impresso il marchio del network statunitense dello streaming video nell’America Latina – dopo la popolare serie messicana Club de Cuervos -, 3% è un thriller distopico su cui i fan del genere e la stessa compagnia responsabile del broadcasting ripongono moltissime aspettative. L’intero pacchetto degli otto episodi che compongono la prima stagione è disponibile da ieri sulla piattaforma Netflix, e sarà proprio l’entità del consenso di pubblico a stabilire se ne sarà messa in cantiere una seconda. Logico, dunque, che i riscontri di questi primi giorni risulteranno decisivi per il futuro della serie.
L’origine di 3% è alquanto curiosa, ma al tempo stesso rappresenta una modalità sempre più consolidata nelle pratiche di produzione audiovisiva degli ultimi anni. La “matrice” della serie è infatti una omonima web series creata da Pedro Aguilera, il cui episodio pilota venne pubblicato nel 2011 su Youtube. 3% è, dunque, a tutti gli effetti, un reboot, un po’ come il film cult District 9 di Neill Blongkamp è senza ombra di dubbio il reboot di Alive in Joburg, cortometraggio dello stesso autore. Pare insomma che la web series sia piaciuta così tanto ai dirigenti Netflix da commissionare a Pedro Aguilera lo sviluppo del medesimo concept con un budget più ampio e implicazioni narrative più complesse. Il risultato è una serie ad alto budget che si avvale di professionalità di indubbio profilo: è il caso di César Charlone, direttore della fotografia e regista uruguaiano, responsabile delle luci di titoli come City Of God, The Constant Gardener e Blindness di Fernando Meirelles , Man on Fire di Tony Scott e Sucker Free City di Spike Lee. Per 3%, Charlone ha curato la regia, affiancato da Daina Giannecchini, Dani Libardi e Jotagá Crema. Anche il cast è di alto livello: ai popolari divi del cinema brasiliano Bianca Comparato e João Miguel, la produzione ha affiancato l’emergente Mel Fronckowiak, attrice resa celebre dalla soap opera Rebelde.
Come nella migliore tradizione della fantascienza distopica, 3% dipinge un futuro dai toni foschi e plumbei, e una Terra abitata da un’umanità sul ciglio dell’Apocalisse. Aguilera ha immaginato una realtà divisa in due: da una parte il progresso e il benessere, dall’altra miseria, abbandono e inedia. Solo il tre per cento della popolazione ha la possibilità di passare dall’altra parte, e molti sono disposti a tutto pur di guadagnare questo Eden postmoderno. Con tutte le conseguenze che gli spettatori che possono vantare una certa dimestichezza con il genere possono immaginare.