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A chi andranno i ristori previsti dal Decreto siccità e come si spenderanno i soldi

Il premier Mario Draghi

Lo stato di emergenza, l'azione collegiale e le somme per intervenire: a chi andranno i ristori previsti dal Decreto siccità e come si spenderanno i soldi

In queste ore è diventato molto imporrante capire a chi andranno i ristori previsti dal Decreto siccità e come si spenderanno i soldi con i quali il governo Draghi ha fissato gli obiettivi per fronteggiare la grave crisi idrica dell’estate 2022. Il primo input è arrivato dal Consiglio dei ministri con la dichiarazione dello stato d’emergenza, adesso spetterà al decreto fissare le rotte con cui attuare la strategia. La bozza esiste già e prevede l’istituzione di un Commissario straordinario per il contrasto e la prevenzione della siccità. Dovrà agire con ordinanze ed avrà poteri speciali in materia di infrastrutture, oltre che una contabilità separata.

Decreto siccità, come si spenderanno i soldi

Il team impegnato sarà di 30 persone. Ma che significa stato di emergenza? Il capo della Protezione Civile Curcio ha spiegato che “significa fare delle cose. Prendiamo atto che c’è una difficoltà e vogliamo anche ragionare su quelle attività. Assieme alla dichiarazione vanno verificate le azioni. Ci sono diverse situazioni nelle regioni: la situazione nord occidentale e nord orientale e la parte centrale hanno situazioni di criticità rilevante, è ovvio che sono differenziate da situazione a situazione”. C’erano cinque regioni più colpite da mettere subito sotto cappello normativo: Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna “a cui, in extremis, hanno tentato di aggiungersi anche Lazio, Umbria e Toscana che però dovranno attendere”, lo spiega Today. In soli tre minuti sono stati stanziati 36 milioni e mezzo. Ma come verranno investiti? Per ristori, costi delle autobotti e primi collegamenti tra acquedotti. Come verranno distribuiti? Lo spiega Today: “10,9 milioni all’Emilia Romagna, 4,2 milioni al Friuli Venezia Giulia, 9 milioni alla Lombardia, 7,6 milioni al Piemonte e 4,8milioni al Veneto”.

Acquedotti colabrodo e risorse del Pnrr

In agenda anche un capitolo già censito all’interno del Pnrr agricolo dedicato proprio invasi. Con quale dotazione? 880 milioni di euro. Dal cano suo Mario Draghi avvierà una serie di sedute esplorative sul dl Siccità con i ministri Gelmini (Affari regionali), Giovannini (Infrastrutture e mobilità sostenibile), Patuanelli (Politiche agricole) e Cingolani (Transizione ecologica). Proprio la Gelmini ha ricordato: “Da decenni non vengono realizzati nuovi invasi e dighe, facciamo i conti con infrastrutture obsolete o acquedotti colabrodo, cogliamo l’opportunità del Piano nazionale di ripresa e resilienza anche per affrontare il tema della gestione dell’acqua in modo strutturale”.

Gelmini: “Reti idriche da ammodernare”

“Ci sono 2 miliardi e 800 milioni per interventi al sistema di distribuzione delle acque, per l’ammodernamento delle reti idriche, ma anche investimenti sui sistemi irrigui per garantire all’agroalimentare una maggiore e più costante disponibilità di acqua. Sarà fondamentale un sistema avanzato di monitoraggio, utile per gestire meglio il rischio idrogeologico”. Insomma, il core della strategia è “mettere mano quanto prima agli acquedotti colabrodo”. Quanti sono quelli italiani in attesa di restyling? Almeno venti. Ad essi andranno 1,38 miliardi per ridurre le perdite di acqua.