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A Dublino il turismo riparte nel segno di Joyce: tra festival, cultura e natura è boom di visitatori

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Roma, 23 giu. (Labitalia) - Il turismo a Dublino riparte nel segno di uno dei suoi concittadini più celebri, il grande scrittore James Joyce. L’evento che ogni anno, il 16 giugno, celebra le gesta compiute in una sola giornata dal protagonista della sua opera più importante, l&rs...

Roma, 23 giu. (Labitalia) – Il turismo a Dublino riparte nel segno di uno dei suoi concittadini più celebri, il grande scrittore James Joyce. L’evento che ogni anno, il 16 giugno, celebra le gesta compiute in una sola giornata dal protagonista della sua opera più importante, l’Ulisse, ha riempito piazze, musei, teatri, pub e non solo, di visitatori incuriositi e di volontari in costume d’epoca entusiasti di poter rievocare nuovamente il Bloomsday dopo due anni di stop a causa della pandemia. E con un motivo in più in questo 2022, dato che segna i 140 anni dalla nascita di Joyce e il centenario dalla pubblicazione dell’Ulisse. Ma, soprattutto, segna il ritorno dei turisti nella capitale irlandese come non si vedevano dal periodo pre-Covid.

A confermarlo Marcella Ercolini, direttrice di Turismo Irlandese per l’Italia: “Il Bloomsday è forse la data più celebrata in tutta la letteratura e per noi quest’anno è stato veramente speciale per due motivi: primo perché il 2022 segna il centenario della pubblicazione dell’Ulisse e secondo perché si è svolto finalmente di nuovo in presenza dopo due anni di forzato stop a causa della pandemia. Pertanto, è tangibile questa energia vibrante che Dublino ha e anche la capacità che ha la letteratura di coinvolgere così tante persone di provenienze, culture e paesi diversi. E’ stata una ragione in più per visitare la città e scoprire come un collante così potente come la letteratura può essere ancora una ragione per visitare un luogo che ha tanto da dire da un punto di vista letterario”.

Dal Joyce Centre, che ha ospitato un concerto con canzoni dell’epoca e rappresentazioni con attori in costume, fino al Moli, il museo della letteratura irlandese inaugurato poco prima della chiusura causa Covid, i visitatori hanno potuto così per un giorno respirare l’atmosfera dell’Ulisse, ripercorrendo i luoghi del suo protagonista, Leopold Bloom. Una serie di tappe, contrassegnate da targhe in bronzo sul marciapiede, che scandiscono i movimenti di quel 16 giugno entrato nella storia della letteratura. C’è chi si è spinto fino a Sandycove, località balneare alle porte di Dublino, dove sorge la Torre, diventata museo, in cui lo scrittore ha soggiornato: un vero e proprio pellegrinaggio di appassionati accolti dai canti e dalle recitazioni dei volontari.

Ma un tuffo nella letteratura non poteva non passare anche da una delle biblioteche più famose d’Irlanda, la Marsh Library, dove ci si può sedere allo stesso tavolo dove si metteva Joyce per leggere i preziosi tomi della collezione: una consuetudine per lo scrittore addirittura ‘certificata’ dal libro delle presenze, tuttora consultabile. E per finire la giornata dublinesi e turisti si sono ritrovati in quei numerosi teatri della capitale che hanno proposto spettacoli creati appositamente per il Bloomsday, come lo storico Smock Alley Theatre, dove di scena è stato un riadattamento di un’altra grande opera che Joyce ha dedicato alla sua città natale, ‘Dubliners’.

“Questa giornata è stata un primo segnale della ripresa del turismo, con una celebrazione che si è svolta in atmosfere vibranti e che ha coinvolto anche altre città nel mondo, pensiamo al centenario di Bloomsday che si è svolto a Trieste e a una serie di letture che sono state fatte a Milano, Roma e in altre città italiane. E ci fa proprio capire quanto questo legame con la cultura irlandese sia fortemente radicato anche nella cultura italiana. Del resto, ricordiamo che Joyce è un autore che adorava l’Italia, scriveva anche in italiano, ha chiamato i suoi figli con nomi italiani; aveva questo grande amore per l’Italia che è riuscito a far convivere con l’amore incredibile che ha sempre avuto per l’Irlanda”, prosegue la direttrice di Turismo Irlandese, che, tra l’altro, proprio in occasione del Bloomsday, ha premiato a Milano gli studenti che hanno aderito al concorso di traduzione dedicato a Joyce lanciato a marzo durante l’Irish Week.

“Con molta emozione e un pizzico di orgoglio abbiamo celebrato gli straordinari studenti che con passione e dedizione hanno aderito al nostro contest letterario. L’abbiamo fortemente voluto come parte della nostra prima Irish Week poiché crediamo che la letteratura sia un patrimonio di inestimabile valore, capace di coinvolgere immediatamente chi arriva sulla nostra isola. I ragazzi dei licei milanesi hanno aderito numerosi con un entusiasmo e un amore per Joyce che ci ha riempiti di gioia, a testimonianza del forte legame tra le nostre due culture. La letteratura irlandese ha avuto un ruolo fondamentale nell’evoluzione della lingua inglese, confermando come l’Irlanda sia una meta ideale per i soggiorni studio a tutti i livelli”, racconta la direttrice di Turismo Irlandese.

Un paese, l’Irlanda, che, infatti, ha dato molto dal punto di vista culturale al mondo. “La cultura irlandese – ricorda Marcella Ercolini – ha veramente impattato tanti settori e tanto sapere umano. Pensiamo a Dublino città patrimonio della letteratura Unesco o a Belfast che è città Unesco per la musica. Quindi, ci sono tanti modi per vivere in maniera diversa luoghi che in Irlanda sono diventati dei simboli di aspetti culturali molto differenziati”.

“Oltre agli eventi letterari e culturali, ci sono poi tanti modi – spiega – per vivere l’Irlanda dal punto di vista, per esempio, delle esperienze per riscoprire un rapporto autentico con la natura: oltre alle due città principali ci sono tante cittadine nel resto dell’isola che consentono di vivere una cultura un po’ più locale e autentica, unitamente a un rapporto con la natura che è fruibile attraverso tante esperienze organizzate, pensiamo al cicloturismo, ai percorsi a cavallo, alle camminate nei tanti sentieri trekking e anche ai trekking d’acqua fruibili attraverso barche o canoe che permettono di fare un po’ di vita all’aria aperta mentre si trascorre una vacanza in tutta tranquillità. Per cui ci sono tanti motivi per andare e soprattutto per tornare in Irlanda”.

E il successo di pubblico tornato in presenza agli eventi proprio con il Bloomsday testimonia la ripresa di un settore che negli ultimi due anni ha sofferto molto. “Il turismo sta ripartendo bene: non solo a Dublino – sottolinea – ma anche nel resto dell’Irlanda le prenotazioni stanno andando molto bene, e questo ci fa anche ben auspicare per l’autunno. Perché non c’è solo l’estate ma anche stagioni più prolungate, visto che un trend sempre più riscontrabile e verificabile è che gli italiani tendono a spezzettare un po’ le vacanze durante tutto l’arco dell’anno. E questo è un fattore molto importante perché consente di visitare i paesi anche in momenti che sono meno congestionati”.

Per il rilancio del turismo, quindi, si punta anche sulla destagionalizzazione. “Bisogna dire che l’Irlanda è un paese fruibile per tutto l’anno: la prima obiezione che ci viene fatta naturalmente – ammette Marcella Ercolini – è quella del clima, ma chi conosce l’Irlanda sa che le quattro stagioni si vivono in un’ora e che il tempo è veramente molto variabile, però non è mai né troppo freddo né troppo caldo. Quindi questa condizione oceanica consente di avere un clima mutevole ma anche di non cancellare mai dei programmi perché non piove mai per tutto il giorno, né c’è questo caldo torrido tutto il giorno. Poi ci sono delle stagioni ideali sicuramente, la primavera e l’autunno sono quelle che consigliamo”.

“Noi puntiamo principalmente – afferma la direttrice di Turismo Irlandese – sulle attività che si possono fare all’aria aperta, quindi tutto il mondo dell’outdoor; dal punto di vista culturale, ci sono sempre dei festival a cui vale la pena partecipare perché rappresentano il vero patrimonio irlandese: festival popolari, sulla musica, sul cibo, o particolari festività come quella che poi il mondo ha conosciuto come Halloween ma che in realtà è una festa celtica di tradizioni antichissime. In autunno torna il festival dell’autore di Dracula e quello dell’horror, dove tutti gli appassionati di questo genere letterario e cinematografico potranno vivere queste esperienze che in Irlanda sono anche un modo per entrare in contatto con la cultura locale”.

“Perché il senso innato dell’ospitalità – osserva – è qualcosa che ci accomuna agli irlandesi. Tutti i commenti che noi riceviamo dai nostri viaggiatori o dagli appassionati di Irlanda è proprio il rapporto autentico che sono riusciti a costruire con le persone del posto, si sono sentiti accolti, parte della comunità locale, nonostante la diversità linguistica e culturale, perché gli irlandesi cercano sempre di mettere i visitatori a proprio agio e condividono la loro realtà. Quindi, questi sono i nostri punti di forza – conclude – e sono sicuramente degli elementi validi per chi decide di passare un soggiorno in Irlanda”.