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A Gerusalemme va in Scena la Trasgressione

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A Gerusalemme va in scena uno spettacolo molto apprezzato già da un pio d'anni. Nel Mikve Bar, locale nel cuore della città a poca distanza dai quartieri degli ebrei ortodossi, un gruppo di drag queen si esibisce ogni settimana con cabaret e canzoni, riscuotendo un grande successo e facendo ogni...

drA Gerusalemme va in scena uno spettacolo molto apprezzato già da un pio d’anni. Nel Mikve Bar, locale nel cuore della città a poca distanza dai quartieri degli ebrei ortodossi, un gruppo di drag queen si esibisce ogni settimana con cabaret e canzoni, riscuotendo un grande successo e facendo ogni sera il tutto esaurito.

Il locale prende il nome dal bagno rituale ebraico di purificazione delle donne, anche se non sono esattamente delle donne a mettere in scena lo spettacolo: ad aprire lo show è Gallina Port de Brass, inguainata in un abito nero, che, dopo essersi aggiustata la guepiere, inarca la schiena mettendo in mostra bicipiti e poderosi muscoli dorsali da ex cestista. Poi è la volta di Kiara Duple, seguita dalla “tagliente” Diva D e dalla “tentatrice” Talula Bonet.

Prima di loro, il pubblico assiste ad un curioso video di streep tease al contrario: una giovane donna che invece di spogliarsi si riveste e alla fine indossa il tradizionale velo islamico.

Sharon, una delle organizzatrici delle serate, spiega la filosifia del locale “Il Mikveh Bar è aperto a tutti, omosessuali e non, ebrei, arabi e cristiani. L’obiettivo è creare una zona franca per ogni abitante di Gerusalemme senza distinzioni, al riparo dai bacchettoni religiosi che ormai vogliono decidere ogni cosa nella nostra società”.

Non si tratta solo di serate divertenti e trasgressive: “Siamo un gruppo di attivisti israeliani e palestinesi che ha deciso di manifestare il proprio dissenso contro l’attuale situazione politica in modo alternativo: non solo partecipando alle manifestazioni, ma mostrando alle nostre comunità, se pur attraverso la trasgressione, che la coesistenza è possibile”.

Lo spettacolo si svolge in un turbinio di luci e colori e le due presentatrici della serata – una israeliana ed una palestinese- alternano battute vietate ai minori in arabo a storielle piccanti in ebraico, in un continua interazione con il pubblico sotto il palco. La serata si conclude con un balletto a cui tutti sono invitati a partecipare intonando le canzoni delle icone gay del pop mondiale, da Madonna a Lady Gaga, e con un inaspettato appello finale a supporto dei prigionieri palestinesi.