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Aborto spontaneo: cause, sintomi, primo mese

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Tutti i consigli utili per evitare l'aborto spontaneo: sintomi, cause e fattori di rischio Uno studio condotto dall’ACOG (American College of Obstetricians and Gynecologists) ha rivelato che una percentuale compresa tra il 10 e il 25% delle gravidanze si concluderebbe con un aborto spontaneo. Qua...

Tutti i consigli utili per evitare l’aborto spontaneo: sintomi, cause e fattori di rischio

Uno studio condotto dall’ACOG (American College of Obstetricians and Gynecologists) ha rivelato che una percentuale compresa tra il 10 e il 25% delle gravidanze si concluderebbe con un aborto spontaneo. Quando si parla di aborto spontaneo si fa riferimento e si vuole delineare una situazione di interruzione di gravidanza, che si verifica per cause non dipendenti dalla volontà della gestante, prima della 20a settimana. Il fenomeno non è così raro come si possa pensare: come detto e messo in evidenza in uno studio americano, si stima che circa il 10-25% delle gravidanze si concluda con un aborto spontaneo. Spesso e volentieri, l’interruzione della gravidanza avviene in maniera del tutto indipendente dalla volontà della donna, la quale non sa nemmeno di essere nello stato “interessante” e molto spesso le casistiche occorrono durante i primi 3 mesi.

In pratica, si può pienamente asserire che gli aborti spontanei siano precoci e che si verifichino prima del compimento della 12a settimana di gestazione; i sintomi più diffusi e che devono fungere da campanelli d’allarme per le donne che sanno di essere incinte: crampi e dolori addominali diffusi nell’area lombare, secrezioni vaginali, macchie ematiche o perdite mucose di colore bianco-rosa dalla vagina ed in casi gravi, coaguli di sangue di colore rosso scuro e marrone. Inoltre, si percepiscono contrazioni assai dolorose alla zona addominale e nella regione ovarica ed uterina.

Per quanto concerne le cause che cagionano l’aborto spontaneo sono da rinvenire nelle anomalie genetiche e fisiche del futuro nascituro, problemi concernenti i cromosomi anomali o problemi ereditari che inibiscono la formazione del tutto “normale” e naturale del feto; qualche esempio che ci aiuta a capire meglio sono la gravidanza anembrionica, ovvero l’ovulo risulta essere stato fecondato dallo sperma ma il feto non si sviluppa normalmente come dovrebbe, gravidanza molare dovuta ad errori genetici di concepimento, morte prematura e fetale, in questo caso l’embrione si è sviluppato per un certo lasso temporale ma la crescita si interrompe e perisce prematuramente.

Altre cause che sono alla base dell’aborto spontaneo sono legate a problemi di salute in cui versa la gestante come patologie della tiroide, problemi e scompensi ormonali, infezioni in corso o che possono insorgere durante lo stato di gravidanza, problemi uterini ed alla cervice, problemi diabetici, ovaio policistico. Inoltre, incide il dato anagrafico: l’attuale tendenza di fare figli in età sempre più avanzata, sarebbe causa di un incremento sempre maggiore del numero di aborti spontanei; se si leggono le statistiche dell’interruzione involontaria della gravidanza connesse all’età della madre, si capisce perché il fenomeno sia in largo aumento:

  • le donne giovani, le ragazze di età compresa 20-35 anni hanno una probabilità di aborto spontaneo che si aggira attorno al 15%,
  • per le donne over 40 anni, la percentuale cresce al 35%,
  • per le over 45 anni la percentuale cresce ancora fino al 50%.

Non costituiscono cause di aborto spontaneo le seguenti attività: rapporti sessuali che si hanno durante lo stato di gravidanza, l’esercizio fisico e sportivo praticato in maniera moderata e non a livello professionale, l’espletamento delle proprie attività professionali, specie se si tratta di lavoro impiegatizio.

Esistono, comunque, dei fattori di rischio che devono essere assolutamente presi in considerazione: il peso anagrafico, come abbiamo già avuto modo di mettere in evidenza, costituisce un fattore di rischio, con l’avanzare dell’età cresce il rischio che si verifichi un aborto spontaneo; se la gestante ha avuto problemi pregressi, aborti consecutivi, la probabilità che si verifichi un aborto è elevata; i problemi all’utero ed alla cervice sono sicuramente da attenzionare, come pure gli scompensi ormonali e i problemi legati al peso della donna (anoressia o obesità) e sono cause frequenti dell’interruzione involontaria della gravidanza.

Ovvio è che la donna deve sottoporsi a visite controllate presso un ginecologo ed eseguire tutti i test necessari per evitare la minaccia di aborto: nelle condizioni gravi, di elevato rischiosità, già dalle prime settimane di gravidanza, la gestante deve controllarsi e seguire uno stile di vita e dietetico adeguato alle sue condizioni: riposo, astensione da sesso e dall’attività fisica e ginnica, evitare viaggi lunghi e stressanti e situazioni di nervosismo e di pressione fisica e psicologica.