> > Abrignani: "Vaccini come AstraZeneca e Johnson & Johnson non adatti ai richiami"

Abrignani: "Vaccini come AstraZeneca e Johnson & Johnson non adatti ai richiami"

Vaccino Johnson & Johnson

Sergio Abrignani, immunologo e membro del Comitato tecnico scientifico, ha spiegato che questi vaccini non sono adatti ai prossimi richiami.

L’immunologo Sergio Abrignani, ordinario di Patologia all’Università di Milano e membro del Comitato tecnico scientifico, ha spiegato che i vaccini adenovirali, come AstraZeneca e Johnson & Johnson non sono adatti per i richiami futuroi e per il proseguimento della campagna vaccinale. 

Vaccini non adatti ai richiami

Dobbiamo continuare a usare i vaccini AstraZeneca e Johnson & Johnson, perché ne abbiamo bisogno, occorre vaccinare il più possibile. Fa bene l’Europa a usarli al di sopra dei 60 anni, come sta avvenendo. Non sarà l’Ema a introdurre soglie di età, lo faranno i governi” ha spiegato Sergio Abrignani al Manifesto. L’immunologo avverte che in futuro i vaccini adenovirali “non giocheranno un ruolo importante nella lotta al Covid, perché l’organismo si immunizza anche rispetto allo stesso adenovirus, neutralizzando il vaccino stesso. Non sono adatti per i richiami che serviranno dopo l’attuale campagna vaccinale“. “Potrei sbagliarmi ma credo che l’uso del vaccino Johnson & Johnson sarà fortemente limitato dalla Fda. Negli Usa, il rischio di eventuali cause legali da parte dei pazienti è molto temuto. E poi non hanno così tanto bisogno del vaccino Johnson & Johnson. Gli Usa hanno già immunizzato 120 milioni di persone grazie a un approvvigionamento regolare di vaccini Pfizer e Moderna. E presto arriverà anche il vaccino Novavax, che è stato interamente finanziato dal governo statunitense” ha continuato l’esperto. Il patologo ha spiegato che l’Unione europea ha bisogno di sicurezze e queste possono venire dai vaccini a Rna, come Pfizer e Moderna, o a base di proteine ricombinanti, come Novavax.

L’Ue ha puntato su vaccini come AstraZeneca e Johnson & Johnson perché erano quelli disponibili e, secondo l’immunologo, è giusto che vengano usati sopra i 60 anni. Per il vaccino Johnson & Johnson il problema è simile a quello di AstraZeneca, anche se con incidenza minore, per cui anche in Italia sicuramente verrà usato sugli over 60. “L’Europa ha bisogno di vaccinare il più possibile, quindi si andrà in quella direzione. Non sarà l’Ema, che si limita a valutare rischi e benefici, a introdurre soglie di età. Lo faranno i governi” ha dichiarato Abrignani. I ricercatori tedeschi ritengono di aver trovato una spiegazione che lega il vaccino alla trombosi e secondo Abrignani questa ipotesi è molto convincente. “Quel che si osserva assomiglia molto alla trombosi trombocitopenica da uso di eparina, anche se in questo caso non c’è l’eparina a scatenarla ma l’adenovirus. Dimostrarlo non sarà facile: per studiare altri casi occorrerebbe che altri 50-100 nuovi pazienti sviluppino la stessa trombosi. Perché ciò accada, dovremmo continuare a vaccinare decine o centinaia di milioni di persone giovani, cosa che abbiamo deciso di non fare più. Perciò potremmo rimanere a lungo senza sapere esattamente quale sia la causa. A meno che non si scopra un modello animale per studiarla” ha concluso l’esperto.