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Silvana Pampanini, addio alla diva del cinema italiano

Addio a Silvana Pampanini

L’attrice è morta oggi al Policlinico Gemelli di Roma. Pampanini recitò con Sordi, Mastroianni, Gassman e Totò. È morta Silvana Pampanini, la grande diva italiana del dopoguerra. L’attrice si è spenta questa mattina alle 9.30 al Policlinico Gemelli di Roma. A dare la notizia è stato il m...

L’attrice è morta oggi al Policlinico Gemelli di Roma.

Pampanini recitò con Sordi, Mastroianni, Gassman e Totò.

È morta Silvana Pampanini, la grande diva italiana del dopoguerra. L’attrice si è spenta questa mattina alle 9.30 al Policlinico Gemelli di Roma. A dare la notizia è stato il manager e caro amico Alessandro Lo Cascio. Da ottobre Pampanini era ricoverata in terapia intensiva a causa delle complicazioni subite dopo un intervento chirurgico d’urgenza all’addome. I funerali si terranno venerdì prossimo alle 11 del mattino nella parrocchia della Santa Croce in via Guido Reni a Roma.

Romana, classe 1925, il suo volto divenne noto al grande pubblico dopo la sua partecipazione al concorso di Miss Italia nel 1946: anche se la vittoria fu inizialmente assegnata a Rossana Martini, le proteste del pubblico obbligarono gli organizzatori ad attribuirle un ex aequo che segnò la sua popolarità e la lanciò nel mondo del celluloide. Nipote della famosa cantante lirica Rosetta Pampanini e diplomata al conservatorio musicale di Santa Cecilia, iniziò la sua carriera come interprete di film musicali. L’esordio sul grande schermo ebbe luogo nello stesso 1946 ne “L’apocalisse” di Giueppe Scotese e due anni dopo fu la protagonista de “I pompieri di Viggiù” di Mario Mattoli. La sua bellezza esuberante e la sua sofisticata naturalezza fecero di Silvana Pampanini un nome imprescindibile sui set cinematografici internazionali: nel 1951 era già l’attrice più pagata e richiesta. Una carriera di 65 film e tante apparizioni in tv che fecero di lei un’icona del miglior cinema popolare e non solo.

Recitò in film che fanno parte della storia della settima arte italiana come “47 morto che parla” (1950), assieme a Totò -l’attrice fu l’amore impossibile del genio napoletano-, “Processo alla città” (1952) di Luigi Zampa, “La presidentessa” (1952) di Pietro Germi , “Un marito per Anna Zaccheo” (1953) di Giuseppe De Santis, “La principessa delle Canarie” (1954), in una spettacolare coppia con Marcello Mastroianni, e “Bellezze in bicicletta” (1957), con Carlo Croccolo e Delia Scala. Nel 1964 arrivò una delle sue interpretazioni più brillanti, quella di Luciana Caletti, una diva del cinema sul viale del tramonto ne“Il gaucho” (1964), affiancata da Vittorio Gassman, Nino Manfredi e Amedeo Nazzari, tutti e quattro in assoluto stato di grazia in questo delizioso film di Nino Risi. Con un altro mostro sacro del cinema italiano, Alberto Sordi, girò due celebri commedie, “La bella di Roma” (1955) di Luigi Comencini e “Il tassinaro” (1983), diretto dall’attore romano.