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Adolf Hitler vivo, i documenti della CIA spiegano cosa è successo dopo la seconda guerra mondiale

Adolf Hitler vivo

Adolf Hitler vivo. Un file CIA rivela la sua presenza in Sudamerica negli anni '50. Stando al documento non sarebbe morto a fine guerra.

Adolf Hitler vivo dopo la guerra. Un qualcosa che ha generato un fascino morboso negli anni dei dopoguerra. Una fantasia paranoide che ha generato un gran numero di teorie storiche e complottistiche. Una teoria così affascinante che gli scrittori stessi non hanno potuto fare a meno di costruirvi castelli letterari (come The Boys from Brazil, di Ira Levin, del ’76) o cinematografici (come l’omonimo film del ’78 tratto dal libro di Levin).

Un mostro affascinante che ha attratto morbosamente la nostra mente e di cui ancora si cercano tracce sicure. Per scoprire quanto questo tema sia ancora vivo e bollente. Per rendersene conto basterebbe guardare il gran numero di documentari che NatGeo gira ogni anno su questo argomento.

Ma fino ad ora erano tutte semplici teorie del complotto, sostenute da prove irrisorie o da racconti di mitomani. Oggi, a seguito della desecretazione dei documenti CIA sul caso JFK, è venuto fuori un documento interessante che vorrebbe un Adolf Hitler vivo dopo la guerra. Un documento risalente 1955.

Adolf Hitler vivo

La storia contemporanea data la morte di Hitler al 30 Aprile del 1945, giorno in cui i Sovietici entrarono a Berlino. Ciò che si sa è che il dittatore si sarebbe suicidato insieme alla novella sposa Eva Braun. Entrambi avrebbero prima preso una pillola di cianuro e poi si sarebbero sparati un colpo in testa. Gli ufficiali presenti nel bunker dove i due si suicidarono presero poi i corpi, e diedero loro fuoco. I Russi furono i primi a intervenire sul posto e furono i primi a raccogliere i resti carbonizzati dei due. Malgrado ciò, gli Alleati mai credettero del tutto alla storia della morte per suicidio di Adolf Hitler.

Rimase sempre un forte dubbio intorno a questo fatto, tant’è che a distanza di pochi anni vennero fatte ricerche. Si sospettava infatti che come molti altri gerarchi nazisti, Hitler fosse fuggito in Sudamerica, già terra d’emigrazione tedesca. Bolivia, Colombia, Argentina erano le mete preferite dai nazisti (ad esempio Adolf Eichmann fu catturato in Argentina dal Mossad).

Il documento CIA

Indagini furono fatte negli anni dei dopoguerra per trovare conferma alla storia dei Russi. Stando al documento rilasciato dalla CIA, un loro agente (nome in codice cimelody-3) avrebbe, negli anni 1954-55 avuto dei contatti con un ex soldato delle SS, tale Philip Citroen. Questi gli avrebbe raccontato, in via del tutto confidenziale che Adolf Hitler era ancora vivo negli anni ’50. Citroen raccontò all’agente CIA che questi viveva in Colombia, dove faceva da impiegato negli uffici della Royal Dutch. Viveva sotto falso nome.

Citroen mostrò, verso la fine del ’55, una foto che lo ritraeva insieme al presunto Hitler. la foto ritraeva a sinistra Citroen e a destra Hitler. In calce alla foto appariva la scritta: “Adolf SCHRITTELMAYOR, Tunga, Colombia, America del Sud, 1954“. Tutto ciò per dimostrare a cimelody-3 la veridicità della sua storia. L’agente, stando al documento, non fece nessun commento sulla vicenda e riportò ogni cosa al suo comando.

La fonte

Il documento per quanto possa essere suggestivo non è da prendere assolutamente come certo. La foto infatti ritrarrebbe un Adolf Hitler troppo giovane per essere il vero dittatore nazista (nato nel 1889). Pur essendo gli alleati già nel ’44 a conoscenza dei possibili cambi d’identità del dittatore nazista, la foto in questione solleva dubbi. L’unica cosa che sembra confermata è il sospetto storico sulla versione data dai Russi: già negli anni ’50 gli Americani indagarono sulla questione per conto loro, battendo le strade conosciute allora in Sudamerica. Sospetto ancor più confermato da una indagine forense sui resti posseduti dai Russi: la calotta cranica esaminata sarebbe quella di Eva Braun, mentre mancherebbe un riscontro maschile tra le ossa recuperate nella Berlino in fiamme del 1945.

Il documento potrebbe riaccendere le speculazioni sulla morte di Adolf Hitler.