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Afghanistan, 7 donne incinte su 10 non vanno più all'ospedale di Panshir

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Secondo i medici dell'ospedale Emergency della Valle del Panshir, in Afghanistan, 7 donne incinte su 10 non si farebbero curare per paura dei talebani.

Secondo una ricerca di alcuni medici dell’ospedale di Anabah, centro di neonatologia realizzato da Emergency nella Valle del Panshir, in Afghanistan, almeno 7 donne incinte su 10 non richiederebbero più l’aiuto, per paura di incappare nei talebani. La zona al momento presenta un checkpoint potenziato.

Afghanistan, sempre meno donne incinte nell’ospedale del Panshir

Il golpe attuato in Afghanistan dai talebani ha scosso anche le donne incinte, che ora preferiscono non uscire più di casa e recarsi all’ospedale di Anabah, centro di Neonatologia, pediatria e ostetricia realizzato da Emergency nella Valle del Panshir.

Secondo i medici, almeno 7 donne su 10 non uscirebbero più di casa, e gli stessi parenti non vogliono rischiare di viaggiare tra una provincia e l’altra in questo delicato momento per l’intero paese.

Afghanistan, meno donne incinte in ospedale: la testimonianza italian

In un’intervista rilasciata a Repubblica, Raffaella Baiocchi, responsabile dell’ostetricia ad Anabah, ha così raccontato la situazione: “Ieri all’alba hanno portato una ragazza diciottenne, era incinta al settimo mese ma aveva una grave emorragia dovuta a un trauma addominale. In questi casi è fondamentale intervenire nel minor tempo possibile, purtroppo è arrivata con i familiari 13 ore dopo l’incidente. Abbiamo fatto di tutto per salvare il bambino ma non è stato possibile“.

Qui ho visto nascere migliaia di bambini-continua la dottoressa marchigina- soprattutto ho visto nascere tante bambine che sono poi diventate le nostre infermiere, le nostre ostetriche. Crescendo, hanno dovuto affrontare tanti pregiudizi e talvolta anche minacce. Lo diciamo sempre: il centro di maternità di Anabah è un mondo dove le donne si salvano a vicenda“.

Afghanistan, donne incinte accolte da altre donne

Come racconta la dott.ssa Baiocchi, ogni anno il centro di ostetricia di Emergency fa nascere oltre 7.000 bambini e vista la situazione bellica, rischia di accogliere feriti di guerra.

Nonostante non arrivino pazienti mutilati da bombe, proiettili o mine, la condizione è comunque da codice rosso, specialmente per le donne.

Il nostro personale- sottolinea Baiocchi-, è composto quasi esclusivamente da donne. In tante arrivano dalle altre province, alcune vivono a Kabul. Al momento passano regolarmente dal check point e fuori dal Panshir non hanno ricevuto indicazioni sull’abbigliamento civile da utilizzare. Chi indossava il burqa continua a indossarlo, le altre continuano a non metterlo. Sono tutte in attesa di conoscere il loro futuro che naturalmente non riguarda solo l’abbigliamento“, conclude Raffaella Baiocchi.